È giunto l’ok di ESA per la missione Hera: il suo obiettivo è quello di salvare la Terra e l’umanità dalla minaccia di un asteroide in rotta di collisione con il pianeta. Un po’ come in Armageddon, ma con più scienza e meno fantascienza (e Aerosmith). Prenderà vita grazie a un investimento da 290 milioni di euro e sarà condotta in partnership con la statunitense NASA.
Hera: ESA e NASA per salvare la Terra dagli asteroidi
Durante la prima fase le due agenzie spaziali invieranno alcuni veicoli su Didymos, un asteroide binario, creato dunque da due corpi celesti, uno dal diametro pari a circa 780 metri e l’altro più piccolo, di 160 metri. Prima l’agenzia americana colpirà la parte di dimensione inferiore impiegando il sistema DART, impattandolo a una velocità di circa 21.400 Km/h, poi Hera arriverà in loco per valutare l’esito dell’operazione così da raccogliere dati utili per gli sviluppi futuri.
C’è molta Italia nell’iniziativa: l’evento sarà osservato a distanza di sicurezza da LICIACube (Light Italian Cubesat for Imaging of Asteroids), piccolo satellite progettato nei laboratori torinesi di Argotec appositamente a tale scopo.
Hera porterà con sé altre due piccole unità in grado di fungere come droni, muovendosi molto vicine a Didymos prima di atterrarvi, catturando dati in merito alla conformazione dell’asteroide e alla sua composizione. L’obiettivo finale della missione, secondo ESA, è quello di approntare un sistema efficace per la deflessione degli asteroidi ovvero per intervenire in tempo in caso di pericolo per deviarne la traiettoria.
Una curiosità: nei filmato che annuncia il via libera all’inizio della missione c’è anche Brian May, che oltre ad essere membro fondatore e anima dei Queen è astrofisico.