Europa, c'è chi aspetta Windows Vista

Europa, c'è chi aspetta Windows Vista

Un'indagine Forrester sostiene che ad installare il nuovo sistema operativo Microsoft entro il primo anno dal suo rilascio sarà il 18 per cento delle imprese. Una previsione simile la fa Microsoft
Un'indagine Forrester sostiene che ad installare il nuovo sistema operativo Microsoft entro il primo anno dal suo rilascio sarà il 18 per cento delle imprese. Una previsione simile la fa Microsoft

Si avvicina il 30 novembre , l’attesa data del rilascio ufficiale di Windows Vista, e più di metà delle aziende europee non ha in programma di adottarlo prima di un anno. Lo rivela Silicon.com , attingendo all’indagine State of Enterprise Infrastructure in Europe 2006 di Forrester Research .

Forrester ha intervistato 302 responsabili di aziende europee riguardo alle intenzioni di adottare il nuovo sistema operativo targato Microsoft: il venti per cento delle aziende ha programmato di passare a Vista entro due anni , il diciotto per cento probabilmente effettuerà la sostituzione entro i prossimi dodici mesi , mentre solo il sei per cento sarà sollecito nell’installare Windows Vista entro sei mesi dalla data di rilascio.

L’indagine di Forrester rileva inoltre che, fra le aziende intervistate che sono dotate di sistemi operativi Windows, il 35 per cento utilizza tuttora Windows 2000 , o sistemi operativi precedenti. Le aziende preferiscono investire nell’hardware , settore in cui confluisce un sesto dell’intero budget per le spese IT, e ritengono sia urgente migliorare le sicurezza e tutelarsi nella possibilità di recuperare i dati. La situazione, probabilmente, si sbloccherà a favore di Microsoft se Windows Vista confermerà al mercato le sue promesse di stabilità e affidabilità.

Il tasso di ricambio europeo appare inferiore a quello USA: “Riflette la maggiore resistenza da parte del mercato europeo alla strategia di Microsoft”, si osserva nell’analisi di Forrester.

Anche un’ indagine di CDW , fornitore USA di prodotti e servizi in ambito business e statale, sembra confermare (con qualche oscillazione, dovuta probabilmente al diverso campione oggetto di analisi) una tendenza di penetrazione per Windows Vista che si aggira attorno al venti per cento entro il primo anno dal rilascio.

CDW, basandosi sulle interviste rivolte a 761 suoi clienti, ravvisa che il motivo frenante alla penetrazione immediata e massiccia di Windows Vista è l’ arretratezza dell’hardware . Il 51 per cento degli intervistati ritiene di dover sostituire almeno la metà del proprio hardware prima di poter installare il sistema operativo. La percentuale dell’hardware incompatibile con Vista sale vertiginosamente se si rivolge lo sguardo al settore pubblico. È altresì vero che potrebbe essere proprio la sostituzione dell’hardware ad incentivare la diffusione di Windows Vista.

I media sembrano sottolineare con delusione le previsioni di Forrester e CDW riguardo alla quota del venti per cento di penetrazione per il sistema operativo, entro un anno dal suo rilascio. Ma sono risultati in linea con le aspettative di Microsoft che, attraverso le parole di Brad Goldberg, general manager deputato alla gestione dei prodotti Windows, si dichiara entusiasta e fiduciosa riguardo al futuro.

“Vista è costruito per il mondo business”, basti considerare i vantaggi in termini di risparmi energetici , e gli avanzamenti nella sicurezza, e “in determinati casi per le aziende sarà più conveniente passare a Vista piuttosto che mantenere i sistemi operativi correnti”, annuncia Goldberg.

La percentuale prevista delle macchine utilizzate dalle grandi aziende che entro un anno verrà colonizzata da Windows Vista è doppia rispetto a quanto accaduto con la precedente versione di Windows. XP era installato, dopo dodici mesi, solo sul dieci per cento dei computer delle aziende. Ecco perché il venti per cento di penetrazione è considerato da Microsoft un obiettivo di proporzioni ragguardevoli. A temperare l’entusiasmo di Microsoft, c’è, però, il fatto che il rilascio di XP non aveva necessitato di un’incubazione lunga cinque anni, e le aziende erano probabilmente più restie a procedere alla sostituzione di sistemi operativi installati di recente.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
22 nov 2006
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