Facebook, 170mila dollari per un grammo

Facebook, 170mila dollari per un grammo

Donazioni da parte dei due cofondatori del sito in blu Parker e Moskovitz. A beneficiarne, la campagna per la legalizzazione della marijuana in terra californiana. Nonostante le precedenti censure messe in atto dal social network
Donazioni da parte dei due cofondatori del sito in blu Parker e Moskovitz. A beneficiarne, la campagna per la legalizzazione della marijuana in terra californiana. Nonostante le precedenti censure messe in atto dal social network

Il prossimo due novembre tutti i cittadini della California saranno chiamati al voto, per esprimersi su quella che è già stata soprannominata Proposition 19 . In sostanza, il via libera alla legalizzazione dell’uso di marijuana entro i confini dello stato a stelle e strisce.

La proposta ha già scatenato le polemiche più accese, dividendo di fatto l’opinione pubblica californiana e più in generale statunitense. Ma la campagna a favore della Prop 19 può ora contare una vasta serie di sostenitori, tra cui i due cofounder di Facebook Sean Parker e Dustin Moskovitz.

Il primo – già noto per aver dato il suo contributo alla fondazione di Napster – ha infatti donato alla campagna Yes on Prop 19 una cifra pari a 100mila dollari . Che si sono aggiunti al totale di 70mila dollari già gentilmente offerti da Moskovitz, fino al 2008 vicepresidente del noto sito in blu.

Le donazioni dei due cofondatori hanno tuttavia sorpreso più di un osservatore. Facebook era finito sotto accusa da parte dell’organizzazione pro-legalizzazione Just Say Now . I responsabili del social network avevano infatti provveduto alla censura dell’immagine delle tipiche foglie di marijuana.

Le varie pagine relative all’organizzazione erano state rimosse, date alcune policy di Facebook che vietano in sostanza la pubblicità di tabacchi. Si era addirittura parlato di alcuni account banditi per aver pubblicizzato a mezzo link contenuti circa la Proposition 19 e la legalizzazione della marijuana. Pare però che la ganja non dispiaccia ai due soci di Mark Zuckerberg.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il 11 ott 2010
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