Facebook Atlas, l'advertising è social

Facebook Atlas, l'advertising è social

Il social network rilancia il network dei banner pubblicitari, dove le identità degli amici restano anonime ma l'advertising è focalizzato. Ed è anche in grado di "connettere" le campagne online con gli acquisti offline
Il social network rilancia il network dei banner pubblicitari, dove le identità degli amici restano anonime ma l'advertising è focalizzato. Ed è anche in grado di "connettere" le campagne online con gli acquisti offline

È tempo di rilancio per Atlas, strumento per la gestione e l’analisi delle campagne pubblicitarie online acquisito da Facebook più di un anno addietro e che ora è in grado di fornire nuove possibilità alle agenzie di advertising, passando dal social network e finendo con gli acquisti offline “verificati”.

Al cuore del nuovo Atlas ci sono ovviamente gli 1,3 miliardi di utenti di Facebook, i loro aggiornamenti di stato e i loro dati personali così generosamente elargiti alla corporation americana: agli “amici” del social network verranno proposti banner pubblicitari grafici in base ai suddetti dati, anche se gli annunci pubblicitari verranno visualizzati solo nel caso in cui gli utenti si trovassero altrove sul Web.

La versione “2.0” di Atlas permetterebbe quindi di dispensare pubblicità profilata agli utenti di Facebook ma senza accedere direttamente al loro profilo sul social network, un meccanismo che dovrebbe garantire sia la privacy dei netizen che un alto tasso di personalizzazione dell’advertising per singolo utente.

E non solo di questo si tratta, visto che il management di Atlas parla della possibilità di raggiungere gli utenti su Web, mobile o altri dispositivi hi-tech interconnessi, di “connettere le campagne online con gli acquisti offline effettivi” e altro ancora.

Il rilancio del nuovo tool Facebook dedicato all’advertising rappresenta quindi una notizia di una certa importanza per i pubblicitari, gli utenti ma anche e soprattutto per Google , una corporation il cui business ruota intorno all’advertising ma che finora non ha sfondato come avrebbe voluto nel mercato dei “display ads”, settore a cui lavora senza posa .

Alfonso Maruccia

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
30 set 2014
Link copiato negli appunti