Facebook: basta dieta, pensiamo al search

Facebook: basta dieta, pensiamo al search

Affossata la versione Lite presentata ad agosto 2009. La delusione degli utenti inonda la pagina ufficiale del social network. Che intanto punta al futuro e alla onnipresenza sul web
Affossata la versione Lite presentata ad agosto 2009. La delusione degli utenti inonda la pagina ufficiale del social network. Che intanto punta al futuro e alla onnipresenza sul web

Doveva essere la versione di Facebook spogliata di tutti i fronzoli che appesantiscono il social network di Palo Alto: Facebook Lite avrebbe dovuto garantire buone dosi di socialità online anche agli utenti sprovvisti di connessioni veloci, o che non nutrono simpatia per le migliaia di applicazioni della piattaforma sociale più cliccata del Web. Lo sviluppo di questa alternativa è stato però cancellato a seguito dei testi compiuti dopo la sua introduzione.

Da ciò che si legge nei commenti presenti sulla pagina ufficiale del social network, gli utenti non sembrano averla presa bene. Viene rimpianta soprattutto la pulizia della pagina , scevra da applicazioni più o meno legali e fastidiosi post automatici ad esse legati.

Chi fra i 400 milioni di utenti Facebook si era affezionato alla versione Lite, per certi aspetti molto simile a Twitter, verrà presto reindirizzato alla homepage canonica, notoriamente ingorda di banda. C’è chi si chiede dunque se Facebook intende fornire un’alternativa per coloro i quali si erano avvalsi di questa opportunità proprio per la sua “leggerezza”, ma al momento da Palo Alto non viene chiarito nulla.

Ciò che trapela invece dagli uffici di Facebook è un’aria di rinnovamento che sembra voler spingere il social network ancora più in là, concedendo ai webmaster un maggiore numero di strumenti per rendere i propri siti Facebook-friendly . Si parla infatti di un tasto “mi piace” universale che a partire da questa settimana dovrebbe comparire sui primi siti al di fuori di Facebook, e dovrebbe funzionare più o meno come il tasto “share” adottato da molti siti anglosassoni.

Dovrebbero fare la loro comparsa anche la geolocalizzazione e il search in real time su motori di ricerca di terze parti, analogamente al lavoro svolto insieme da Google e Twitter: nel caso del social network in blu saranno i post pubblici a essere restituiti come risultati di ricerca. Anche in quest’ultimo caso, secondo l’analista Augie Ray di Forrester Research, si dovrebbe trattare di sperimentazione.

Giorgio Pontico

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Pubblicato il
21 apr 2010
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