Facebook ha ripetutamente consentito a politici e leader mondiali di utilizzare la sua piattaforma per ingannare i cittadini e attaccare gli oppositori. Ciò è stato effettuato attraverso l’uso di numerose Pagine aperte da singoli utenti. Questo è il risultato dell’indagine avviata dal Guardian, basata su documenti interni e la testimonianza di una ex dipendente dell’azienda di Menlo Park.
Facebook ha permesso il fake engagement
Facebook ha più volte affermato che sono state introdotte varie misure per impedire la diffusione di fake news durante le campagne elettorali, tra cui l’etichettatura dei post che violano le regole. Ma il Guardian ha scoperto che questa attività è stata eseguita solo per i paesi più importanti, trascurando invece quelli non prioritari e quindi consentendo ai politici locali di manipolare l’opinione pubblica.
Lo strano comportamento di Facebook era stato evidenziato a settembre 2020 da Sophie Zhang, ex dipendente licenziata per scarso rendimento. La Zhang ha deciso di raccontare tutto al Guardian nella speranza che l’azienda di Menlo Park si renda conto della sua influenza sulle persone.
https://twitter.com/szhang_ds/status/1381518201855430657
Il problema reso pubblico dalla ex dipendente riguarda il cosiddetto “fake engagement” che può ingannare l’algoritmo usato per mostrare i post nel news feed. Facebook non permette ad un utente di creare più account, ma consente ad un singolo utente di aprire più Pagine. I casi più eclatanti sono quelli che hanno riguardano Honduras e Azerbaijan.
I membri dello staff di Juan Orlando Hernández, Presidente dell’Honduras, hanno organizzato una campagna per incrementare fittiziamente la sua popolarità attraverso finti like. Uno degli amministratori della pagina ufficiale di Hernández era anche amministratore di centinaia di Pagine utilizzate per aumentare il fake engagement. Hernández è stato rieletto nel 2017 dopo un voto ritenuto fraudolento.
La stessa tecnica è stata usata per supportare il governo autoritario in Azerbaijan. La maggioranza dei commenti alla notizia dell’arresto di alcuni oppositori del Presidente Ilham Aliyev provenivano da Pagine create poche settimana prima da singoli utenti. Facebook ha impiegato parecchi mesi per rimuovere le Pagine, mentre l’intervento è stato immediato nel caso del fake engagement sulla Pagina di Donald Trump.
Una portavoce di Facebook, Liz Bourgeois, ha dichiarato:
Fondamentalmente siamo in disaccordo con la caratterizzazione della signora Zhang delle nostre priorità e dei nostri sforzi per evitare gli abusi sulla nostra piattaforma. Perseguiamo aggressivamente gli abusi in tutto il mondo e abbiamo team specializzati concentrati su questo lavoro. […] Combattere comportamenti non autentici coordinati è la nostra priorità. Stiamo anche affrontando i problemi di spam e fake engagement. Esaminiamo ogni problema prima di intraprendere un’azione o fare dichiarazioni pubbliche.