Facebook, la chat amica

Facebook, la chat amica

Servizio di consulenza e di prevenzione contro i suicidi lanciato dal social network nel Nordmaerica. Non è l'unico tentativo di usare la Rete come paracadute per chi soffre
Servizio di consulenza e di prevenzione contro i suicidi lanciato dal social network nel Nordmaerica. Non è l'unico tentativo di usare la Rete come paracadute per chi soffre

Facebook ha lanciato uno strumento, per il momento solo negli Stati Uniti e in Canada, che ha l’obiettivo di prevenire idee e tentativi di suicidio da parte dei suoi utenti .

Facebook aveva già adottato un servizio soprannominato “pulsante anti-panico” in collaborazione con il Child Exploitation and Online Protection Centre (CEOP) britannico: destinato agli utenti tra i 13 e i 18 anni, offre un link diretto ai responsabili del sito in blu e del CEOP, nonché uno specifico portale contenente una serie di informazioni destinate a genitori e ragazzi.

Come nel caso del pulsante anti-panico britannico, Facebook offre ora un link diretto ad una chat con consulenti psicologici in grado di offrire assistenza , consigli o semplicemente una voce amica.

Oltre a questo, gli amici potranno contrassegnare un determinato intervento come “a contenuto suicida”, targhetta che apparirà nella lista di opzioni da cliccare al momento della segnalazione di un contenuto dannoso: è successo che un suicida abbia anticipato sulla propria bacheca l’intenzione di togliersi la vita, e nessuno meglio dei suoi conoscenti dovrebbe essere in grado di individuare e segnalare questi avvenimenti.

A questa segnalazione seguirà una email all’utente con il link diretto ad una chat privata con un consulente del National Suicide Prevention Lifeline e il numero di questa associazione. Infine Facebook mette a disposizione un modulo apposito per segnalare tentativi di suicidio, cosa che si può fare anche attraverso l’help center.

Contro i suicidi ha fatto un passo avanti tecnologico anche la Guardia Nazionale, che ha lanciato un’app per smartphone che cerca di prevenire questi avvenimenti: sia chiama “Guard Your Buddy”.

Claudio Tamburrino

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Pubblicato il
14 dic 2011
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