Facebook sigla la pace sulla pubblicità social

Facebook sigla la pace sulla pubblicità social

Mark Zuckerberg e i suoi azionisti verseranno 20 milioni di dollari per risarcire gli utenti finiti nelle grinfie della condivisione pubblicitaria inconsapevole. Ma la Borsa sorride a Menlo Park
Mark Zuckerberg e i suoi azionisti verseranno 20 milioni di dollari per risarcire gli utenti finiti nelle grinfie della condivisione pubblicitaria inconsapevole. Ma la Borsa sorride a Menlo Park

Risarcirà i suoi utenti con un fondo da 20 milioni di dollari , con la promessa di offrire un maggiore controllo sulla condivisione di informazioni e contenuti personali in ambiente social. Facebook sigla la pace legale dopo la class action avviata contro il suo servizio pubblicitario Sponsored Stories , nel mirino degli stessi utenti in blu per lo sfruttamento di like e dati senza alcuna retribuzione o possibilità di opt-out.

I termini del settlement agreement ratificato dalla piattaforma californiana non hanno soddisfatto gli attivisti per i diritti digitali, dal momento che nessun contenuto o dato personale appartenente a minori dovrebbe mai essere raccolto e condiviso con le aziende della pubblicità online. La feature Sponsored Stories prevede lo sfruttamento di check-in e aggiornamenti di stato all’interno di messaggi dell’advertising in blu .

Con una media di 15 dollari per ciascun utente inserito nella class action, Facebook pagherà una cifra doppia rispetto a quella annunciata nel giugno 2012. Il sito californiano si impegnerà nell’adozione di nuovi strumenti che permettano ai suoi utenti di uscire dalla piattaforma per la condivisione dei contenuti a fini pubblicitari.

Nel frattempo, la Borsa di Wall Street ha sorriso al pacchetto azionario dell’azienda di Menlo Park, dopo le tribolazioni in seguito alla IPO dello scorso anno. Il valore del social network da oltre 1 miliardo di amici ha sfondato il tetto dei 40 dollari , dal momento che i vari investitori stanno reagendo molto bene alla continua crescita di Facebook sui principali dispositivi mobile.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
28 ago 2013
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