L’intelligenza artificiale è diventata la parola d’ordine. Le grandi aziende tech si stanno affrettando per esplorare le potenzialità dell’AI, con risultati talvolta sorprendenti e persino inquietanti, come dimostrano i recenti passi falsi di Google AI Overview, cha consigliato di mettere la colla sulla pizza per non far staccare il formaggio dalla pizza appena sfornata. Tuttavia, il principale ostacolo che l’AI generativa deve affrontare è la necessità di addestrare i modelli su dati creati dagli utenti stessi.
Il caso di Meta e lo scraping dei dati da Facebook
Un esempio emblematico è rappresentato da Meta, che sta attualmente recuperando i post di Facebook per addestrare il proprio modello di intelligenza artificiale. Ciò che suscita perplessità non è tanto questa pratica in sé, quanto la complessità del processo che Meta ha predisposto per consentire agli utenti di rinunciare all’utilizzo dei propri dati.
L’utente Tantacrul di X ha illustrato attraverso una serie di post il numero eccessivo di passaggi richiesti per esprimere il proprio dissenso riguardo allo scraping dei dati da parte di Meta. Invece di una procedura semplice e intuitiva, gli utenti si trovano di fronte a un percorso tortuoso che comprende la compilazione di moduli e passaggi apparentemente superflui, come l’invio di un codice OTP via email.
1. I'm legit shocked by the design of @Meta's new notification informing us they want to use the content we post to train their AI models. It's intentionally designed to be highly awkward in order to minimise the number of users who will object to it. Let me break it down. pic.twitter.com/rhKNFt7CEu
— Tantacrul (@Tantacrul) May 26, 2024
Sebbene non si possano trarre conclusioni certe, appare evidente che Meta abbia reso volutamente intricato questo processo. Più il percorso è complesso, maggiori sono le probabilità che gli utenti si arrendano e acconsentano all’utilizzo dei propri dati per l’addestramento dei modelli AI di Meta, anche se in realtà non lo desiderano. In particolare, il passaggio che richiede l’inserimento di un codice OTP inviato via email sembra talmente ridondante da far pensare a una strategia deliberata di offuscamento.
Come opporsi alla raccolta dei dati per l’addestramento dell’AI di Meta su Facebook
Per coloro che desiderano comunque opporsi alla raccolta dei propri dati da parte di Meta, ecco i passaggi da seguire:
- Individuare la notifica di Meta che informa sulle nuove funzionalità di intelligenza artificiale e su come vengono utilizzate le informazioni degli utenti. Nonostante l’assenza di istruzioni esplicite, è necessario cliccare sulla notifica per procedere.
- Si viene indirizzati a un avviso sugli aggiornamenti delle politiche, con un unico pulsante “Chiudi”. Attenzione a non premerlo, poiché equivarrebbe ad accettare l’informativa. Occorre invece individuare e cliccare sul collegamento ipertestuale “diritto di opporsi” presente nel testo dell’aggiornamento.
- Si accede a un modulo da compilare in ogni sua parte, indicando paese, indirizzo email e motivazioni per cui il trattamento dei dati ha un impatto sull’utente. Sì, è richiesto fornire a Meta una spiegazione dettagliata del perché non si desidera che l’azienda utilizzi i propri dati personali per addestrare l’AI.
- Dopo aver inviato il modulo, si riceve un’email contenente una password monouso (OTP) valida per un’ora. È fondamentale individuare tempestivamente l’email, copiare l’OTP e incollarla nell’apposita casella entro il limite di tempo, senza chiudere la finestra di Facebook per evitare di dover ricominciare la procedura.
- Una volta inserito correttamente l’OTP, si ottiene una risposta immediata in cui Meta comunica che esaminerà la richiesta il prima possibile. Si tratta solo di una conferma di presa in carico, non dell’avvenuta rinuncia allo scraping dei dati.
- Se Meta ritiene opportuno accogliere la richiesta, si dovrebbe ricevere successivamente un’email di conferma dell’avvenuta rinuncia, da conservare per eventuali necessità future.
Privacy a rischio su Facebook
Secondo l’ipotesi di Tantacrul, Meta sta rendendo il processo il più difficile possibile perché attualmente non esistono ancora tutele legali adeguate per proteggere gli utenti dall’addestramento dell’AI, quindi l’azienda sta spingendo al limite finché può. In altre parole, questo iter potrebbe subire modifiche in futuro, ma per il momento chi desidera evitare lo scraping dei propri dati dovrà seguire i passaggi sopra descritti.