Finlandia, la pelle denuncerà i cellulari

Finlandia, la pelle denuncerà i cellulari

Una nuova ricerca medica si concentrerà nel valutare l'impatto delle emissioni di radiazioni da cellulare sulla pelle, è proprio il caso di dirlo, degli utenti
Una nuova ricerca medica si concentrerà nel valutare l'impatto delle emissioni di radiazioni da cellulare sulla pelle, è proprio il caso di dirlo, degli utenti


Helsinki – Fanno male, non fanno male. Se esistesse una “margherita della salubrità del cellulare”, da sfogliare petalo a petalo per ogni ricerca medica pubblicata, dovrebbe essere enorme o infinita. La notizia di oggi è che l’autorità per la sicurezza nucleare e per le radiazioni finlandese avvierà questa settimana uno studio sugli effetti delle radiazioni emesse dai cellulari sulle proteine umane, per verificare se esiste un impatto sulla salute delle persone.

La ricerca pilota, che sarà condotta dal professor Dariusz Leszczynski, consisterà nell’esporre una piccola porzione di pelle di vari volontari alle radiazioni emanate dai telefoni cellulari per la durata di una telefonata, o per un’ora.

Il campione di pelle sarà prelevato a scopo di studio e sarà confrontato con un altro, prelevato dalle “cavie” prima dell’esposizione alle radiazioni.

Va detto che in passato già sono stati condotti test con caratteristiche simili e proprio il team di Leszczynski aveva rilevato che l’esposizione alle radiazioni emesse dai telefonini causava mutamenti nelle cellule, mutamenti che però non è chiaro se possano o meno nuocere alla salute. “Alcuni ricercatori temono che il cancro al cervello abbia conosciuto una maggiore diffusione con l’aumento della diffusione dei telefoni cellulari, ma non ci sono ancora prove per supportare questa tesi”, spiega Leszczynski.

I primi risultati del nuovo round di testing si avranno entro la fine dell’anno: da lì i ricercatori cercheranno di capire quale impatto possano avere quelle emissioni sugli anticorpi e sulle barriere naturali della pelle che impediscono alle tossine di entrare nel sangue e raggiungere il cervello.

“Se le proteine dannose arrivano al cervello, ci potrebbe essere un collegamento indiretto con il cancro, ma al momento è pura speculazione”, riferisce lo studioso.

Dario Bonacina

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Pubblicato il
6 mar 2006
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