Finsiel, mobilitarsi contro lo spezzatino

Finsiel, mobilitarsi contro lo spezzatino

I lavoratori dell'azienda mettono in piedi un sito per esporre le proprie ragioni e chiedere il sostegno di tutti, per una battaglia che - dicono - può aiutare il mercato IT italiano e uno dei suoi giganti
I lavoratori dell'azienda mettono in piedi un sito per esporre le proprie ragioni e chiedere il sostegno di tutti, per una battaglia che - dicono - può aiutare il mercato IT italiano e uno dei suoi giganti


Roma – Sono in piena mobilitazione i dipendenti della Finsiel, l’azienda della quale il Gruppo Telecom Italia intende disfarsi, con modalità che secondo i lavoratori mettono a rischio il futuro di una delle più importanti realtà italiane in materia di informatica e servizi IT.

All’indirizzo RSUFinsiel.it è ora stato attivato un sito di coordinamento e di protesta contro la vendita del gruppo IT Mercato da parte di Telcom. Sul sito è stato pubblicato un appello del coordinamento delle RSU IT Mercato e di FIM FIOM e UILM nazionali.

I primi firmatari di questo appello sono i segretari generali di categoria (Caprioli FIM/CISL – Regazzi UILM/UIL – Rinaldini FIOM/CGIL) che chiedono l’apertura di un tavolo di confronto ai massimi livelli istituzionali. Questo tavolo secondo i sindacati dovrà affrontare la situazione del settore per definire “chiare linee di indirizzo industriale ed efficaci politiche di sostegno all’innovazione e alla ricerca” nonché salvaguardare “l’integrità e le prospettive di sviluppo di quella che rimane la più importante azienda nazionale di servizi IT e che rappresenta ancora una componente fondamentale per rilanciare la politica industriale del settore”.

L’appello, che arriva con breve anticipo sul presidio che domani, 22 dicembre, dalle 16 alle 20 sarà attivato a piazza Montecitorio , si rivolge naturalmente all’insieme del mondo sindacale e mette in luce tre aspetti principali:

1. Innovazione
“La mancanza di innovazione è diventata in questi anni l’ostacolo principale al rilancio industriale del paese. La scelta delle grandi imprese del settore ICT di privilegiare, tra gli investimenti, solo quelli che garantiscono un immediato ritorno economico, senza attenzione ai bisogni dei singoli territori, ai servizi per la collettività e alla prospettiva strategica generale, sta pregiudicando la possibilità di sviluppo del settore e dell’intero Paese”.

2. Telecom Italia
“In questo quadro Telecom – assumendo, di fatto, il ruolo di monopolista privato – ha condizionato pesantemente l’evoluzione del settore ICT in tutti i suoi principali processi organizzativi e produttivi. Sul piano della gestione economico-industriale, ad esempio, la politica della riduzione dei costi “a tutti i costi” ha provocato: una corsa al ribasso tra le imprese fornitrici, tramite l’utilizzo di appalti e subappalti concatenati la cui conseguenza è stata la progressiva estensione del lavoro precario e del lavoro nero; il ricorso alle esternalizzazioni, sia per le attività di servizio che per quelle di produzione, con la fuoriuscita dal gruppo di migliaia di lavoratori attraverso l’utilizzo spregiudicato della cessione di rami d’azienda”.

3. IT e Telecom
“Per quanto riguarda il settore dell’Information Technology le attività dedicate alla fornitura dei servizi IT per il gruppo Telecom sono state separate da quelle rivolte al mercato esterno (sostanzialmente coincidenti con le aziende dell’ex gruppo Finsiel – acquisito dalla STET nel 1992): l’informatica “di gruppo”, che meno di due anni fa era stata accorpata in un’unica entità societaria – IT Telecom, costituita ad hoc – è in via di scioglimento: i piani prevedono la chiusura di IT Telecom entro la fine del 2004; l’informatica “di mercato” – BU IT Mercato – ha dovuto subire la politica “demolitrice” di Telecom: all’inizio la vendita dei “gioielli di famiglia”, Sogei e Lottomatica per prime, poi la sequenza di esternalizzazioni, quindi i tagli indiscriminati e gli investimenti ridotti (indirizzati, in massima parte, all’incentivazione all’esodo di alcune centinaia di dirigenti e dipendenti) e, alla fine, anche l’impedimento a partecipare a importanti gare (a cui la Telecom ha preso parte alleandosi con alcuni dei principali concorrenti delle aziende Finsiel)”.

“In questo quadro – continua l’appello – si colloca la recente decisione di Telecom di dismettere le attività informatiche, ponendo in vendita le aziende del gruppo Finsiel-IT Mercato e offrendo ai potenziali acquirenti la possibilità di comprare sia le singole aziende sia singoli pezzi delle stesse”.

Secondo i dipendenti Finsiel, dunque, obiettivo primario di Telecom con questa operazione è “fare cassa per risanare il debito” con la conseguenza però di smantellare “un aggregato industriale (4.000 addetti, 14 aziende distribuite su tutto il territorio nazionale) che è ancora al primo posto in Italia per dimensioni e fatturato”.

“La dismissione del gruppo Finsiel o, peggio ancora, la sua frammentazione – avvertono infine i lavoratori – rischia inoltre di provocare un pesante sconvolgimento negli attuali equilibri del settore informatico, con ricadute sulle principali aree di mercato e sulle prospettive di sviluppo delle altre aziende del settore”.

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Pubblicato il 21 dic 2004
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