Per la prima volta dal mese di giugno, il prezzo di Bitcoin è sceso sotto la soglia dei 100.000 dollari. Più precisamente, la flessione registrata nel corso delle ultime 24 ore lo ha portato a toccare i 96.794 dollari. Accade negli stessi giorni in cui la fiducia degli investitori sembra essersi diretta altrove, in particolare nelle azioni delle Big Tech.
Bitcoin è tornato sotto i 100.000 dollari
Nel momento in cui scriviamo e pubblichiamo questo articolo, l’asset è risalito a 101.921 dollari (fonte CoinDesk). Il grafico qui sotto mostra l’andamento del prezzo nel mese lasciato alle spalle, in cui ha fatto registrare un forte calo pari a circa -20%, passando da oltre 125.000 dollari allo stato attuale. Il trend negativo interessa anche Ether e molte delle cosiddette altcoin.

Come sempre accade in questi casi, non è facile individuare una sola e precisa causa scatenante. Di certo ha pesato la mole massiccia di vendite registrate a ottobre, quando un volume importante di investitori che avevano Bitcoin nei loro portafogli hanno deciso di liberarsene, per approfittare dei rialzi e generare così una plusvalenza. Un fenomeno ciclico, seguito quasi inevitabilmente da una flessione.
È in questo scenario che entrano in gioco le Big Tech e le azioni ad esse collegate. Società come NVIDIA e Palantir stanno letteralmente volando in borsa, attirando fiducia e capitali.
Non sembra per ora concretizzarsi la promessa formulata da Donald Trump prima della sua rielezione alla Casa Bianca. L’autoproclamato Crypto President ha più volte definito le normative applicate dagli Stati Uniti al settore delle criptovalute, durante l’amministrazione precedente, come una caccia alle streghe
voluta da Joe Biden, anticipando l’arrivo di una nuova età dell’oro per gli investitori. Nelle ultime settimane, il Presidente ha concesso la grazia a Changpeng Zhao, fondatore di Binance reo confesso per reati gravi a partire dal riciclaggio, salvo poi dichiarare di non sapere nemmeno chi sia.