Roma – Entro il 2005 il Governo italiano si attende un risparmio di 2,5 miliardi di euro per le spese di fornitura della Pubblica Amministrazione italiana, e questo grazie al cosiddetto e-procurement, la pratica dell’acquisto in rete. Che il Consiglio dei Ministri ha deciso di regolamentare varando un decreto con i criteri per lo svolgimento delle aste online da parte delle Pubbliche Amministrazioni.
“Fino ad oggi – ha commentato il Ministro per l’Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca – si sono svolte solo gare informali per un valore sensibilmente al di sotto della soglia comunitaria di 200.000 euro. Grazie al testo che abbiamo predisposto si potrà superare l’attuale fase sperimentale e sfruttare in pieno i vantaggi dell’acquisto per via telematica di beni e servizi: una notevole riduzione dei costi, rapidità delle fasi di gara fino all’aggiudicazione, trasparenza e, soprattutto, una più vasta platea di concorrenti”.
Il regolamento introduce il cosiddetto “mercato elettronico”, una sorta di supermercato virtuale dove i fornitori abilitati con apposita gara espongono il proprio catalogo determinando un’offerta irrevocabile di vendita. L’amministrazione acquirente valuterà la più vantaggiosa e potrà immediatamente stipulare per via telematica il contratto di fornitura.
Con l’approvazione di questo Decreto, tutte le Amministrazioni centrali – per le loro specifiche esigenze – potranno far uso delle aste on-line e del mercato elettronico.
L’e-procurement rappresenta un indubbio vantaggio per l’erario e l’efficienza della PA, almeno a sentire il vicemenistro Mario Baldassarri, secondo il quale vi saranno risultati importanti: nella riduzione media dei prezzi; nella trasparenza, perché anche i cittadini possono online seguire le fasi di selezione e negoziato con i fornitori; di azzeramento dei tempi di accesso al mercato per le P.A. attraverso gli ordinativi on line; di riduzione dei consumi e semplificazione delle procedure e altro ancora.
Da non sottovalutare, infine, secondo le fonti ministeriali, l’impatto della semplificazione burocratica che porterà ad un risparmio di un miliardo di euro dovuto alla riduzione dei costi del 90 per cento negli appalti pubblici.