Fit for the future: le aziende sono pronte al domani?

Fit for the future: le aziende sono pronte al domani?

Attitudine al cambiamento, capacità di adattarsi, sostenibilità: sono questi gli architravi delle aziende che si sentono pronte a cogliere nuove opportunità.
Fit for the future: le aziende sono pronte al domani?
Attitudine al cambiamento, capacità di adattarsi, sostenibilità: sono questi gli architravi delle aziende che si sentono pronte a cogliere nuove opportunità.

Non sappiamo bene quando, non sappiamo bene come, ma sappiamo con certezza che accadrà: ad un certo punto, in un modo o nell’altro, la pandemia andrà a sfumare e si apriranno grandi opportunità per le aziende pronte a cogliere al volo il rimbalzo del mercato. Il volàno sarà a disposizione di tutti, ma non tutti saranno in grado di cogliere le grandi opportunità che il momento della ripresa potrà distribuire ad ampie mani. Il rapporto “Fit for the future 2021” della London School of Economics pubblicato da Vodafone Business ha fotografato proprio lo stato dei fatti, cercando di tracciare il profilo delle aziende e del loro modo di prepararsi a questa occasione.

Fit for the future 2021

Tra le caratteristiche che il report ha cercato nelle aziende vi sono elementi quali “un’attitudine positiva al cambiamento, l’apertura alle nuove tecnologie, l’adattabilità ai nuovi trend attraverso la capacità di competere nei nuovi mercati ma anche una strategia chiara sui propri obiettivi di trasformazione“: questi gli elementi che preludono al cambiamento, che predispongono l’azienda a saltare sul trampolino delle opportunità.

Secondo quanto emerso, solo una azienda su 5 si sente davvero pronta e l’analisi Vodafone Business ha voluto approfondire il modo in cui proprio queste azienda percepiscono il momento:

La stragrande maggioranza (94%) di queste aziende ritiene di essere ben preparata per gli eventuali rischi da affrontare, rispetto al 58% del totale degli intervistati. Più di otto aziende “fit for the future” su dieci hanno affermato che il loro piano di continuità aziendale ha funzionato bene nella situazione di emergenza determinata dalla pandemia. La capacità di reazione al cambiamento e agli imprevisti mette le aziende nelle giuste condizioni per poter crescere. Un’ulteriore analisi […] ha evidenziato un legame tra le aziende “fit for the future” e le performance aziendali: le aziende che hanno ottenuto un incremento di 10 punti nel loro punteggio FFTF avevano probabilità maggiori del 36% di superare i loro concorrenti.

L’attitudine al cambiamento e la capacità di adattarsi si pongono al centro del valore aziendale, oggi più che mai: la trasformazione digitale ne è il traino, ma solo il 60% delle aziende intervistate ammette di avere progetti chiari a tal proposito.

Fit for the future – Italia

Fit for the future - Italia

In Italia a sentirsi “fit for the future” è il 21% delle aziende: “Di queste, l’82% ha sviluppato almeno un piano per la trasformazione digitale e il 59% sta accelerando i propri piani di trasformazione digitale dopo la pandemia, contro percentuali per le imprese in generale che invece si attestano rispettivamente al 54% e al 38%. Nove imprese FFTF italiane su dieci si dicono preparate ad affrontare rischi e imprevisti“.

Anche il ruolo della tecnologia fa la differenza tra un’azienda considerata pronta per le sfide del mercato e una che invece non lo è ancora: Il 92% delle imprese FFTF è ottimista riguardo al ruolo della tecnologia nella società, con vantaggi oggettivi anche all’interno dell’azienda: il 79% delle aziende ritiene che la tecnologia porterà benefici nella sicurezza sul lavoro nei prossimi cinque anni. Per quel che riguarda il lavoro ibrido – ormai molto diffuso nelle aziende a seguito della pandemia e che risulta essere organizzato in maniera più efficace all’interno delle aziende FFTF – il 90% delle aziende afferma di essere soddisfatta della velocità con cui ci si è adattati alle nuove tecnologie e il 77% delle aziende FFTF si ritiene soddisfatta della flessibilità che si è venuta a creare all’interno del luogo di lavoro.

La trasformazione imposta dalla pandemia è tutto fuorché provvisoria, insomma. Transizione digitale e sostenibilità, dall’essere valori collaterali sono diventati asset primari per ogni brand che mette avanti ambizioni che vadano oltre la mera sopravvivenza. Resilienza, col senno del poi, voleva dire garanzia di futuro, più che persistenza del passato.

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Pubblicato il 1 dic 2021
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