In un mondo dove le immagini generate dall’intelligenza artificiale si moltiplicano e i deepfake diventano sempre più credibili, distinguere quello che è reale da quello è pura fantasia è diventato cruciale.
Per questo, Google ha adottato lo standard C2PA sui Pixel 10. È un sistema di metadati che traccia l’origine di ogni foto e ne certifica le eventuali modifiche. Una sorta di “firma invisibile”, che dovrebbe garantire autenticità e responsabilità. Ma c’è un problema: rimuovere questa filigrana è fin troppo semplice.
Google Pixel 10: rimuovere la filigrana AI è troppo facile
Le app Pixel Camera e Google Foto integrano correttamente i metadati C2PA. Ogni immagine viene etichettata in base al tipo di modifica:
- Media acquisito con una fotocamera: foto originali;
- Modificato con strumenti non basati sull’AI: ritagli, filtri, regolazioni;
- Modificato con strumenti AI: interventi con Magic Editor o zoom AI.
Queste diciture aiutano a capire se una foto è autentica oppure è stata modificata con l’AI. Ma basta un passaggio tecnico per far sparire tutto.
Un semplice comando e la filigrana AI sparisce: il caso ExifTool
I test condotti da Android Authority lo confermano. Con ExifTool, un software open source, è possibile eliminare tutti i metadati EXIF e C2PA con un solo comando. Ancora più efficace è la rimozione mirata del segmento JUMBF, dove sono archiviati i dati C2PA nei file JPEG. In pochi secondi, una foto modificata con l’AI può apparire come perfettamente “pulita”, priva di qualsiasi traccia digitale.
Il paradosso? Non si possono falsificare i metadati, ma si possono cancellare del tutto. E una foto senza alcuna informazione può sembrare più autentica di una che lo è per davvero.
Una vulnerabilità che riguarda tutti
Samsung, con il Galaxy S24, ha già affrontato lo stesso problema. E ora anche Google si trova davanti a una sfida. Come proteggere l’integrità delle immagini in un contesto dove la trasparenza può essere aggirata con un clic. La tecnologia C2PA è un passo importante, ma finché sarà possibile rimuoverla così facilmente, la fiducia nel digitale resterà fragile.