Gemini su Google Home è un disastro, meglio aspettare

Gemini su Google Home è un disastro, meglio aspettare

Gemini su Google Home funziona peggio della versione mobile: risponde a caso, non gestisce richieste vaghe e delega compiti a Google Assistant.
Gemini su Google Home è un disastro, meglio aspettare
Gemini su Google Home funziona peggio della versione mobile: risponde a caso, non gestisce richieste vaghe e delega compiti a Google Assistant.

Google sta spingendo Gemini dentro Google Home come se fosse la rivoluzione definitiva della domotica. Il problema, è che questa versione dell’assistente AI funziona peggio della sua controparte mobile.

La transizione da Google Assistant a Gemini su Google Home è in corso, e non tutti hanno ancora accesso alla nuova versione AI. Forse è un bene, considerando che quello che dovrebbe essere un upgrade si sta rivelando più un downgrade. Google aveva promesso che il passaggio sarebbe stato vantaggioso per l’utente, ma la realtà è un po’ diversa. Non solo alcune funzioni prima gratuite sono diventate a pagamento, ma Gemini per Google Home sembra funzionare peggio rispetto alla versione su smartphone.

Google Home: perché Gemini non è ancora pronto a sostituire l’Assistente

Lo YouTuber Adam Hrivnacky ha messo Gemini alla prova confrontando la versione mobile con quella su Google Home. Il risultato, documentato in un video riportato da Android Authority, è imbarazzante per Google. Gemini su Android funziona. Gemini su Google Home balbetta, si confonde, e risponde a caso.

L’esempio più surreale? Hrivnacky dice di avere freddo. Gemini su Android suggerisce soluzioni pratiche per riscaldarsi. Gemini su Google Home risponde: Il tuo account Spotify deve prima essere associato. È come chiedere a qualcuno un bicchiere d’acqua e sentirsi rispondere che devi prima collegare la stampante. Non ha alcun senso.

Gemini per Google Home dovrebbe essere più naturale, capace di gestire richieste vaghe e fornire aiuto personalizzato per compiti complessi. Dovrebbe essere l’assistente che capisce cosa si vuole anche quando non ci si esprime in modo perfetto.

Hrivnacky ha testato i limiti con altre richieste volutamente vaghe. Gemini non riesce a riassumere le email, non può impostare promemoria senza una data precisa, e non sa modificare il colore delle lampadine connesse se la richiesta non è formulata con una precisione chirurgica. Tutto quello che dovrebbe essere il punto di forza di un’AI conversazionale, capire il contesto, interpretare l’intenzione, adattarsi alla comunicazione naturale, non esiste.

Altra nota dolente: la gestione del calendario con Gemini Live è impossibile. Si deve prima uscire dalla modalità Live per accedervi.

Sul Nest Hub, Gemini si arrende e chiama l’Assistente

Hrivnacky sostiene che sul suo Nest Hub, Gemini gestirebbe solo le domande relative a Internet. Per tutto ciò che riguarda l’interazione con l’account Google o i dispositivi connessi, sarebbe Google Assistant a prendere il sopravvento. Se confermato, significa che Gemini su Google Home non è nemmeno un vero sostituto dell’Assistente, ma più una specie di ibrido confuso che chiama rinforzi quando non sa cosa fare.

Google non ha confermato questa dinamica, ma se è vero, solleva una domanda legittima: che senso ha sostituire l’Assistente con qualcosa che deve comunque appoggiarsi all’Assistente per funzionare?

Accesso anticipato = versione non finita

Va detto, per onestà intellettuale, che Gemini per Google Home è attualmente disponibile solo in accesso anticipato. È una versione in fase di test, quindi i problemi sono inevitabili. Google è consapevole di questi limiti e presumibilmente le correggerà prima del lancio globale. Ma questo non cambia la sostanza: se si sta pensando di passare a Gemini adesso, probabilmente è meglio aspettare che l’AI domestica di Google diventi almeno decente quanto quella mobile.

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Pubblicato il
18 dic 2025
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