Germania, nuove leggi anticracking

Germania, nuove leggi anticracking

Quasi pronte le nuove norme sulla sicurezza informatica per rendere illegale la creazione, l'uso e la distribuzione di software di auditing telematico, potenzialmente adatti al cracking di sistemi privati o pubblici
Quasi pronte le nuove norme sulla sicurezza informatica per rendere illegale la creazione, l'uso e la distribuzione di software di auditing telematico, potenzialmente adatti al cracking di sistemi privati o pubblici

Berlino – Il governo federale tedesco, secondo alcune informazioni raccolte dalla stampa specialistica locale, starebbe per varare un nuovo corpo di leggi ultrarestrittive per cercare di “tappare i buchi” dell’attuale legislazione riguardante i reati di natura informatica . Nella definizione tedesca di “crimine informatico” rientrano attacchi DoS e qualsiasi tipo d’accesso non autorizzato a macchine remote.

L’intento dei legislatori sarebbe quello di estendere il reato d’accesso non autorizzato fino alle violazioni ai danni di singoli utenti privati . Finora, infatti, l’ordinamento tedesco attribuisce lo status di “reato” soltanto agli assalti informatici rivolti contro enti pubblici o aziende. Le pene massime previste arrivano a 10 anni di reclusione .

Il punto più controverso della riforma in fieri, secondo alcuni esperti, è l’introduzione del divieto totale sull’uso, la programmazione e la distribuzione di strumenti informatici che possono essere utilizzati per azioni di cracking. Questo significa, sottolineano gli esperti, che molti strumenti comunemente usati potrebbero presto divenire illegali. Tra questi, ad esempio, i tool per l’ auditing dei sistemi, solitamente utilizzato dagli amministratori per controllare la sicurezza delle proprie macchine.

Per il presidente dell’associazione The Hacker’s Choice , che raggruppa sviluppatori di software ed esperti di sicurezza informatica, la legge “penalizza l’uso legittimo degli strumenti di auditing”. “In questo modo”, ha detto un portavoce di The Hacker’s Choice in un’e-mail inviata a Computerworld , “si contribuisce indirettamente a diminuire la sicurezza informatica di reti e computer”.

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Pubblicato il
25 set 2006
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