Germania, stop alla bambola-spia

Germania, stop alla bambola-spia

L'authority mette al bando Cayla, la smart doll che intercetta le conversazioni dei bambini inviandole a un server remoto. Rischi per la sicurezza e la privacy
L'authority mette al bando Cayla, la smart doll che intercetta le conversazioni dei bambini inviandole a un server remoto. Rischi per la sicurezza e la privacy

Una “bambola intelligente” preoccupa l’agenzia federale tedesca per la Rete e allarma l’Unione Europea. La bambola in questione si chiama “My Friend Cayla”, è costruita dall’americana Genesis Toys e distribuita in Europa da Vivid Toy Group con base a Guildford. La scorsa settimana l’authority tedesca ha ordinato ai genitori di una bambina alla quale la bambola era stata regalata di distruggere il giocattolo o almeno di disabilitare la connessione wireless, poiché la “smart doll” potrebbe essere utilizzata per spiare illegalmente la loro figlioletta.

L’agenzia federale tedesca ha annunciato di avere classificato Cayla come un “apparato illegale di spionaggio”, dal momento che permette ai bambini di accedere a Internet tramite un software di riconoscimento vocale e di controllare la bambola tramite una app. Per la legge tedesca è illegale fabbricare, vendere o soltanto possedere sistemi di sorveglianza che abbiano le sembianze di altri oggetti: infrangere questa legge può costare una condanna a due anni di carcere. Di conseguenza sia i rivenditori, sia i proprietari, potrebbero essere condannati e multati se continueranno a tenere in magazzino o a non disabilitare la connessione remota della bambola.

Cayla

La sentenza dell’authority tedesca giunge dopo che uno studente dell’Università di Saarbrücken, Stefan Hessel, aveva sollevato preoccupazioni circa il dispositivo, votato come uno dei migliori dieci del 2014 dall’associazione dei commercianti di giocattoli tedesca. “L’accesso alla bambola è del tutto insicuro” ha detto Hessel allo Saarbrücker Zeitung : “Non c’è una password che protegga la connessione”. Lo studente afferma che gli hacker potrebbero accedere alla bambola tramite la connessione Bluetooth da una distanza fino a 15 metri, ascoltando le conversazioni e addirittura parlando alla bambina che sta utilizzando il giocattolo.

La sentenza tedesca potrebbe avere conseguenze per i costruttori di giocattoli in tutta la UE. Il commissario incaricato di giustizia, consumatori e uguaglianza di genere, Vera Jourovà, ha affermato: “Sono preoccupata per l’impatto delle bambole connesse sulla sicurezza e la privacy dei bambini”. La Commissione sta organizzando un workshop da tenersi a marzo, con le autorità dei consumatori e quelle della protezione dei dati, per discutere dei problemi derivanti dagli smart-toy e dalle loro applicazioni.

Non è la prima volta che Genesis Toys incontra dei problemi con la bambola Cayla. A dicembre l’ Electronic Privacy Information Center ha denunciato alla FTC ( Federal Trade Commission ) una presunta violazione delle regole della privacy, poiché la bambola registra la conversazioni e trasmette file audio a un server remoto senza il consenso dei genitori dei bambini. Contestazioni sono sorte anche con le autorità dei consumatori per la UE, Francia, Paesi Bassi, Belgio, Irlanda e Norvegia, paesi in cui la bambola è commercializzata (e di cui l’Italia al momento non fa parte). Per ora Genesis Toys non ha risposto alla richiesta di commentare la notizia.

Dalle bambole ai termostati, fino a sistemi come Amazon Echo e Google Home Speakers, i dispositivi connessi stanno diventando sempre più diffusi nelle abitazioni. Essi fanno tutti parte di ciò che viene definito “internet of things”, l’internet delle cose, un termine che comprende oggetti elettronici composti da un microfono, una videocamera o altri sensori, in ogni caso tutti connessi alla Rete. Secondo una stima dell’istituto di ricerca Gartner, nel 2016 dovrebbero essere oltre 6 miliardi i dispositivi del genere in circolazione.

Pierluigi Sandonnini

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Pubblicato il 21 feb 2017
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