Gli swapper pagano la RIAA

Gli swapper pagano la RIAA

Le major si accontentano di alcune decine di migliaia di dollari che saranno loro pagate dagli studenti universitari americani accusati di aver gestito sistemi di file-sharing musicale
Le major si accontentano di alcune decine di migliaia di dollari che saranno loro pagate dagli studenti universitari americani accusati di aver gestito sistemi di file-sharing musicale


New York (USA) – Si chiude con un accordo molto importante per i discografici della RIAA il clamoroso caso nato da una denuncia delle major contro quattro studenti universitari americani che, secondo la RIAA, gestivano sistemi illegali di condivisione di file musicali.

Sebbene le case discografiche avrebbero potuto chiedere molto di più per le attività di pirateria dei quattro, RIAA si “accontenterà” di una somma che varia per ciascuno di loro dai 12 mila ai 17 mila dollari, denaro che verrà pagato sotto forma di compensazione in rate da qui al 2006.

I quattro napsterocloni scovati dalla RIAA sui server di tre atenei statunitensi hanno così portato ad una vittoria legale dei discografici destinata a rendere la vita assai difficile a coloro che nelle università statunitensi gestiscono, favoriscono o semplicemente non ostacolano le attività di file-sharing musicale.

Va detto che proprio questo caso, condito dalle numerose altre iniziative della RIAA verso le università è giustificato dal fatto che proprio nei college americani per anni i sistemi di condivisione hanno conosciuto una diffusione enorme. E sono casi come questi che spingono i vertici delle università statunitensi ad attivare nuove forme di repressione del fenomeno: il rischio è di essere considerate complici di attività di pirateria musicale.

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Pubblicato il
6 mag 2003
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