L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha inflitto una sanzione di 8 milioni di euro a GLS per pratiche commerciali scorrette. La società, sussidiaria di International Distribution Services (ex Royal Mail), ha fornito dichiarazioni ambientali poco trasparenti a consumatori e clienti. Questi ultimi sono stati inoltre obbligati al pagamento di un contributo per partecipare al programma Climate Protect.
Violazione del Codice del consumo
Il procedimento istruttorio nei confronti di GLS è stato avviato il 7 marzo 2023. L’autorità antitrust ha contestato due pratiche commerciali scorrette. La prima riguarda le dichiarazioni ambientali pubblicate sul sito web e nelle comunicazioni inviate alle clientela, considerate ambigue e/o presentate in modo non sufficientemente chiaro, specifico, accurato, inequivocabile e verificabile (confusione tra compensazione e riduzione delle emissioni di CO2).
La seconda riguarda invece il programma Climate Protect che prevede il pagamento di un contributo da parte dei clienti, calcolato in base al peso e al volume dei pacchi spediti. In cambio viene fornito un certificato, rilasciato da Climate Partner, che attesta l’avvenuta compensazione delle emissioni di CO2 riconducibili alle spedizioni.
AGCM ha verificato che GLS imponeva l’adesione al programma e quindi il pagamento del contributo economico, esonerando i clienti di grandi dimensioni. Inoltre, contrariamente a quanto affermato, le società del gruppo GLS non hanno partecipato ai costi del programma.
L’autorità ha dunque accertato la violazione degli articoli 20, 21, 22 e 26, lett. f) del Codice del consumo. Considerato che le pratiche sono ancora in corso, GLS dovrà pagare una sanzione di 8 milioni di euro. La società può presentare ricorso al TAR del Lazio entro 60 giorni dalla notifica.