Google, advertising a cavallo della Rete

Google, advertising a cavallo della Rete

L'email dell'utente potrebbe diventare il punto di contatto tra i dati in possesso della Grande G e quelli a disposizione del mercato: l'obiettivo, secondo il Wall Street Journal, è colpire l'individuo dritto ai suoi interessi
L'email dell'utente potrebbe diventare il punto di contatto tra i dati in possesso della Grande G e quelli a disposizione del mercato: l'obiettivo, secondo il Wall Street Journal, è colpire l'individuo dritto ai suoi interessi

Google starebbe esplorando nuove idee per puntare dritto agli interessi dei cittadini della Rete, incrociando le informazioni personali in suo possesso con i dati relativi agli utenti messi a disposizione dal mercato e dagli stessi inserzionisti.

A delineare questa potenziale strategia è un articolo del Wall Street Journal che rende noto come Mountain View stia esplorando, accanto agli inserzionisti, la possibilità di innestare fra i propri servizi una straegia pubblicitaria centrata sul singolo utente e sui propri acquisti e interessi, che si articolerebbe a partire della email e troverebbe spazio fra la pagine dei risultati di ricerca.

Email consegnate alle aziende nel nome di promozioni e programmi di fidelizzazione, email correlate agli acquisti e agli interessi del consumatore, email da incrociare con quelle associate agli account Google, a cui proporre pubblicità personalizzata: l’idea coincide con il servizio offerto da Facebook e noto come Pubblico Personalizzato , che sulla base di informazioni condivise con gli inserzionisti vende loro l’attenzione di utenti categorizzati sulla base dei loro acquisti, e di gruppi di utenti con interessi simili.

I contatti del Wall Street Journal descrivono il modello con un esempio: il rivenditore che abbia concluso delle vendite di stampanti potrebbe consegnare a Google le email dei clienti in abbinamento ai dettagli dei prodotti acquistati, mentre Google, da parte sua, sfrutterebbe questi dati per offrire agli inserzionisti la possibilità di piazzare fra i risultati di ricerca della pubblicità di prodotti consumabili compatibili con le stampanti, nel momento in cui i consumatori si rivolgano al search engine per orientarsi nell’acquisto.

Non risulta affatto chiaro come Mountain View possa proporre agli utenti la pubblicità sulla base di indirizzi che non siano Gmail: il WSJ suggerisce che Google, con il suo ventaglio di servizi che ricadono sotto un unico account, possa contare su un nutrito database di email secondarie da confrontare con quelle fornite dal mercato.
Ancora meno chiare sono le implicazioni della tattica pubblicitaria sulle policy a tutela della privacy: Google potrebbe cominciare ad operare il tracciamento e il confronto delle email senza concedere all’utente una possibilità di scelta?

Un’altra opzione che Google potrebbe prendere in considerazione è quella di non tracciare il singolo utente propinando pubblicità tagliata su misura dell’individuo, ma di delineare, sulla base dei dati condivisi con il mercato e gli inserzionisti, delle categorie di utenti con caratteristiche ed interessi simili, che costituiranno il target da colpire.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
17 apr 2015
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