Google Messenger è un virus

Google Messenger è un virus

Si spaccia per sparamessaggini creato dal celebre motore di ricerca ma è un virus che si diffonde, seppure in modo abbastanza ingenuo, attraverso una e-mail mascherata da messaggio di Google
Si spaccia per sparamessaggini creato dal celebre motore di ricerca ma è un virus che si diffonde, seppure in modo abbastanza ingenuo, attraverso una e-mail mascherata da messaggio di Google


Roma – In questi giorni è tornata a circolare una e-mail che fa leva sulla grande popolarità di Google per diffondere un virus mascherato da Google Messenger , un client di messaggistica istantanea che, almeno per il momento, vive esclusivamente nella fantasia di chi ha confezionato il messaggio.

L’e-mail malevola, che ha come oggetto Google – Gmail Messenger For WINDOWS , utilizza alcuni fra i più classici trucchi a cui ci hanno abituato truffatori e phisher per indurre l’utente a credere che si tratti di una lettera diffusa dallo staff del celebre motore di ricerca.

La parte iniziale del messaggio fornisce informazioni sul fantomatico Google Messenger e lo descrive come “un programma di instant messaging che ti permette di inviare messaggi istantanei con fantastiche emoticon, inviare immagini ed altri file ai tuoi amici, vedere quando qualcuno ti sta scrivendo un messaggio, mandare messaggi ad un telefono cellulare, e molto altro ancora”. Seguono poi i requisiti minimi di sistema del programma e le versioni di Windows con cui è compatibile.

L’ultima parte del messaggio contiene invece un bottone Download che, se cliccato, scarica sul PC dell’utente il file GMessengerDL.rar contenente il virus. L’e-mail propone persino un menù da cui è possibile scegliere la lingua in cui si desidera scaricare il programma: in realtà il form è finto e qualsiasi scelta si effettui si scarica sempre il medesimo file.

Il messaggio è firmato come segue:
Gmail Staff
All rights reserved.

Edvard Hawking.

L’e-mail era già stata segnalata da alcuni utenti della Rete verso la fine di febbraio ma all’epoca ha registrato una scarsa diffusione. In questi giorni pare invece che il messaggio sia stato ricevuto da un maggior numero di persone, quasi tutti iscritti al servizio Gmail di Google.

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Pubblicato il
22 mar 2005
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