Google, il colosso indiscusso della ricerca online da oltre vent’anni, sta perdendo quote di mercato. E non si tratta di decimali insignificanti o fluttuazioni temporanee, è un trend consolidato che vede Bing, il motore di ricerca che tutti davano per spacciato, crescere costantemente. Da febbraio 2023 a luglio 2025, Bing è passato dall’8,2% all’11,6% delle ricerche su desktop, rubando 3,4 punti percentuali al gigante di Mountain View.
Bing rosicchia quote di mercato a Google: +3,4% in 2 anni grazie all’AI
Jordi Ribas, direttore del dipartimento Search di Microsoft, non nasconde la soddisfazione per questi numeri. E ha ragione. In un settore considerato bloccato e poco competitivo, vedere un motore di ricerca guadagnare 3,4 punti in due anni è quasi un miracolo. Negli Stati Uniti poi il fenomeno è ancora più evidente. Bing intercetta il 29% delle ricerche da PC, posizionandosi come una vera alternativa a Google (anche se poi ne imita l’interfaccia…).
L’arma segreta di Bing: ChatGPT camuffato da motore di ricerca
Bing ha avuto successo per un motivo semplice. Microsoft ha puntato tutto sull’AI quando gli altri avevano ancora dubbi. Mentre Google si preoccupava di cosa sarebbe successo se l’AI avesse dato risposte sbagliate, Microsoft ha trasformato Bing in un ChatGPT con funzioni di ricerca. Il momento decisivo è arrivato durante il caos di OpenAI, quando il consiglio ha provato a cacciare Sam Altman. Mentre tutti guardavano il dramma, Satya Nadella ha offerto asilo ad Altman, si è proposto come mediatore, e alla fine ha rafforzato ancora di più l’alleanza con OpenAI.
Risultato? Microsoft ha ottenuto accesso diretto ai modelli più potenti di ChatGPT, mentre Google è rimasta a guardare il proprio motore di ricerca perdere terreno per la prima volta in vent’anni.
Philippe Ockenden, responsabile finanziario di Microsoft, ha rivelato la posta in gioco: Ogni punto di quota di mercato che guadagniamo rappresenta un’opportunità da 2 miliardi di dollari per il nostro business pubblicitario
. Con una progressione di 3,4 punti, stiamo parlando di circa 6,8 miliardi di dollari di potenziale fatturato aggiuntivo.
Non è solo una questione di prestigio tecnologico. La pubblicità online è il business più redditizio del mondo digitale, e Microsoft ha appena dimostrato che il monopolio di Google non è inattaccabile.
Il tallone d’Achille di Bing: il mobile
C’è però un “ma”. I numeri di Bing riguardano solo le ricerche da PC, mentre il mobile rappresenta il 75% del traffico Internet nel 2025. È qui che Google mantiene un vantaggio quasi insormontabile. Big G spende una fortuna per mantenere la sua posizione dominante sui dispositivi. E il fatto che paghi miliardi di dollari ogni anno ad aziende come Apple per rimanere il motore di ricerca predefinito, dice tutto.