Tra le ipotesi al vaglio per far fronte alla nuova fase della crisi sanitaria e frenare l’avanzata della variante Omicron trova posto anche quella che prevede l’impiego massiccio del Green Pass nel mondo della scuola: non solo per chi vi lavora, ma anche per gli studenti. Una prospettiva definita inaccettabile
dalla CGIL.
Studenti a scuola con il Green Pass o a casa in DaD
La sigla sindacale è intervenuta sul tema con un comunicato stampa in cui si ribadisce il sostegno alla proposta di introduzione dell’obbligo vaccinale, per tutti, prendendo invece con decisione le distanze da quella che vorrebbe una percentuale importante dei ragazzi esclusi dalle lezioni in presenza, con un’ennesima adozione su larga scala della didattica a distanza. Insomma, un ritorno al passato. Queste le parole attribuite a Rossana Dettori (Segretaria Confederale Nazionale della CGIL) e Francesco Sinopoli (Segretario Generale della FLC CGIL).
La CGIL sostiene la necessità dell’obbligo vaccinale, mentre crediamo che rendere obbligatorio il Green Pass agli studenti per l’ingresso in classe introdurrebbe una grave discriminazione. La scuola è un diritto di tutti. Si abbia il coraggio di fare le scelte vere e non si scarichi sulle ragazze e i ragazzi, le bambine e i bambini questa mancanza dello Stato.
La palla passerà presto nelle mani del Governo, chiamato a pronunciarsi su nuove probabili restrizioni rese necessarie dall’evoluzione della curva epidemiologica e dall’aumento dei casi riconducibili alla variante Omicron.
Nei giorni scorsi ha preso il via la campagna di somministrazione del vaccino ai bambini nella fascia d’età 5-11 anni. Anche loro, come confermato in via ufficiale, ricevono il Green Pass, ma ad oggi non è previsto debbano esibirlo in alcuna situazione, fatta eccezione per il rientro in Italia dall’estero. Nel momento in cui viene scritto e pubblicato questo articolo le dosi inoculate a questo segmento di popolazione sono oltre 73.000.