La battaglia di HP contro le cartucce non originali è di lunga data. Solo in tempi recenti, però, è arrivata a intensificarsi, mediante l’impiego di firmware che le rendono del tutto inutilizzabili. Nelle scorse settimane, un gruppo di consumatori d’oltreoceano ha denunciato il produttore per aver attuato una pratica che impedisce di usare gli inchiostri di terze parti, da molti preferiti in quanto più economici.
HP e cartucce non originali: parla il CEO
Sulla questione è intervenuto Enrique Lores, CEO della società, con un’intervista rilasciata davanti alle telecamere di CNBC (visibile su YouTube) che sta facendo discutere. La spiegazione fornita, anziché far riferimento esclusivamente alla volontà di forzare l’acquisto dei ricambi ufficiali, chiama in causa la sicurezza dei clienti e l’impegno profuso per far sì che non entrino in contatto con virus pericolosi, veicolati dai chip riprogrammati.
Abbiamo notato che è possibile incorporare virus nelle cartucce. Attraverso una cartuccia, può poi infettare la stampante e dalla stampante diffondersi nella rete.
Ecco perché, secondo HP, le proprie stampanti con firmware Dynamic Security bloccano il loro funzionamento se non è rilevata la presenza di un chip originale. La funzionalità è stata introdotta con un aggiornamento rilasciato tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023. I consumatori sul piede di guerra sostengono di non esser stati adeguatamente informati di ciò che avrebbe comportato l’update in seguito all’installazione, chiedendo un risarcimento economico e che la pratica sia impedita.
Della possibilità di infezione da virus mediante un attacco che fa leva sulle cartucce di terze parti si discute su Mastodon. In un post che riunisce diversi addetti ai lavori, sono state espresse perplessità in merito all’ipotesi formulata dal CEO di HP.
L’affermazione di Lores a proposito dell’eventuale rischio si basa su ricerche finanziate dalla società stessa attraverso il programma Bugcrowd. Secondo gli studi condotti, l’unico malware di questo tipo in grado di dare il via a un’infezione, in seguito alla sua azione, rimane comunque poi confinato alla memoria della stampante. Non esistono casi documentati.
Proprietà intellettuali e inchiostri in abbonamento
Nella stessa intervista, ancor prima dell’affermazione riportata sopra, il CEO mette nero su bianco che l’obiettivo è quello di proteggere le proprietà intellettuali del gruppo. Ed è forse questa la ragione principale che ha spinto al rilascio del firmware che blocca le cartucce non originali.
È importante proteggere la nostra proprietà intellettuale. Ci sono molte proprietà intellettuali che abbiamo integrato negli inchiostri delle stampanti, nelle stampanti stesse… E ciò che stiamo facendo è, quando identifichiamo cartucce che vìolano la nostra proprietà intellettuale, fermare il funzionamento della stampante.
La visione di lungo termine è quella che mira a proporre gli inchiostri in abbonamento, attraverso una formula di sottoscrizione che sappia garantire ad HP un introito continuo.
Il nostro obiettivo di lungo termine è rendere la stampa un abbonamento.
I vantaggi di questa soluzione (già disponibile), secondo Lores, sono inerenti anche alla sostenibilità, al processo di riciclo delle cartucce ritirate. Una pratica, va detto, che alcune catene di ricambi compatibili attuando già da lungo tempo.
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