IA scrive tweet più credibili rispetto agli esseri umani: lo studio

IA scrive tweet più credibili rispetto agli esseri umani: lo studio

Uno studio scientifico suggerisce che l'IA scrive tweet più credibili rispetto agli umani: GPT-3 è un rischio per la disinformazione.
IA scrive tweet più credibili rispetto agli esseri umani: lo studio
Uno studio scientifico suggerisce che l'IA scrive tweet più credibili rispetto agli umani: GPT-3 è un rischio per la disinformazione.

Dire che l’IA genera immagini migliori rispetto alle composizioni artistiche realizzate da esseri umani non è più errato, specialmente considerato il recente aggiornamento di Midjourney alla versione 5.2 che rende l’intelligenza artificiale generativa ancora più performante e completa. Certo, la creatività umana continua a risultare più autentica rispetto a quella degli algoritmi, e ciò si nota anche nella stesura di testi da parte di modelli di linguaggio come GPT di OpenAI.

Ciononostante, uno studio recente ha confrontato tweet scritti da GPT-3 con tweet scritti da esseri umani giungendo a conclusioni sorprendenti e, in fondo, alquanto preoccupanti.

L’IA scrive testi più autentici degli esseri umani

Secondo una ricerca condotta dall’Università di Zurigo e pubblicata su Science, infatti, le persone non sanno discernere se un tweet è stato scritto da un’altra persona o da GPT-3, e spesso finiscono per fidarsi maggiormente – seppur inconsapevolmente – dell’intelligenza artificiale piuttosto che di esperti umani. I partecipanti allo studio hanno infatti riscontrato una certa difficoltà nel riconoscere se alcuni contenuti erano falsi o autentici, e se sono stati scritti dal modello linguistico o da altri esseri umani.

ChatGPT

Scendendo nel dettaglio, i 697 partecipanti allo studio non riuscivano a comprendere la differenza tra il materiale scritto da GPT-3 e i contenuti organici, tantomeno sono riusciti a segnalare la disinformazione scritta da veri utenti di Twitter: i post generati da GPT-3 con informazioni false, in definitiva, sono più efficaci nell’ingannare anche l’occhio più critico.

Ne consegue che, come affermato dal ricercatore e autore principale dello studio Giovanni Spitale, queste sorprendenti tecnologie potrebbero essere facilmente utilizzate come armi per generare tempeste di disinformazione su qualsiasi argomento, specialmente su argomenti scientifici come i vaccini e il cambiamento climatico, o temi come il conflitto russo-ucraino, per i quali la diffusione di fake news tra i vari thread su Twitter avviene su base quotidiana.

La migliore strategia a lungo termine per contrastare la disinformazione, secondo Spitale, è piuttosto low-tech: basterebbe incoraggiare le persone a sviluppare le capacità di pensiero critico, attrezzandole al fine di distinguere immediatamente fatti e finzione.

Fonte: Science
Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
29 giu 2023
Link copiato negli appunti