IBM mette Watson in ogni dove

IBM mette Watson in ogni dove

L'azienda statunitense ha creato una piattaforma che mette a disposizione degli sviluppatori le funzioni del machine learning di Watson, in maniera da integrarle in applicazioni e device che possano interagire meglio con l'uomo
L'azienda statunitense ha creato una piattaforma che mette a disposizione degli sviluppatori le funzioni del machine learning di Watson, in maniera da integrarle in applicazioni e device che possano interagire meglio con l'uomo

IBM aumenta i propri investimenti nel settore del cognitive computing con il lancio di una nuova piattaforma denominata Project Intu progettata per consentire quello che l’azienda statunitense definisce come “l’incarnazione del cognizione” all’interno di una vasta gamma di dispositivi. Nel linguaggio di IBM, cognitive computing è sinonimo di machine learning . L’idea di base del progetto Intu è mettere in grado gli sviluppatori di utilizzare la piattaforma per integrare le funzioni di machine learning offerte dal servizio Watson all’interno di applicazioni e dispositivi, facendole lavorare in una vasta gamma di fattori di forma.

IBM Watson

Sarà possibile, ad esempio, incorporare le funzionalità di apprendimento automatico offerte da Project Intu all’interno di qualsiasi tipo di dispositivi, dagli avatar, ai droni, ai robot e in qualsiasi altro device della cosiddetta Internet delle cose (IoT). Tali dispositivi saranno in grado, di conseguenza, di interagire in maniera più naturale con gli utenti attraverso la messa in atto di emozioni e comportamenti che rendono più significativa e coinvolgente l’esperienza. Uno dei campi nei quali si potranno apprezzare meglio le potenzialità di Project Intu è senz’altro quella della simulazione del linguaggio umano, grazie soprattutto al linguaggio visivo. Gli sviluppatori potranno integrare le capacità di Watson di interagire con gli utenti. Gli sviluppatori non dovranno cioè preoccuparsi di programmare singoli movimenti di avatar o di robot, ai quali penserà la piattaforma di IBM, già in grado di individuare i movimenti più appropriati per la realizzazione di un compito specifico, che si tratti di un avatar o di un robot.

Secondo quanto dichiarato da Rob High, IBM Fellow e vice presidente e chief technology officer di Watson, “IBM sta conducendo la tecnologia cognitiva al di là di una interfaccia tecnologia fisica, come uno smartphone o un robot, verso una forma ancora più naturale di interazione tra uomo e macchina”. “Project Intu – spiega – permette agli utenti di creare sistemi in grado di imparare e interagire con gli esseri umani”, aggiungendo che “tali avatar e dispositivi cognitivi potrebbero trasformare le industrie, la vendita al dettaglio, la cura degli anziani e la robotica industriale e sociale”.

È bene comunque precisare che Project Intu è al momento poco più di una piattaforma sperimentale alla quale è possibile accedere, oltre che dall’Intu Gateway, anche tramite la Watson Developer Nube e GitHub . L’intento principale di IBM è che gli sviluppatori possano iniziare a sfruttare la piattaforma, fornendo un feedback, prima di lanciarla come un servizio beta e, di conseguenza, di crearne una release vera e propria.

Thomas Zaffino

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Pubblicato il 11 nov 2016
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