Londra – In un’intervista dai toni forti apparsa sul The Guardian britannico, il CEO di RealNetworks Rob Glaser è partito all’assalto di Apple e dell’impero costruito da Steve Jobs grazie all’accoppiata iPod ed iTunes , che poggia sul sistema DRM proprietario chiamato “FairPlay”.
Secondo Glaser, l’industria discografica ha fatto un gravissimo errore quando ha permesso ad Apple di “creare lettori multimediali che non sono interoperabili”. Le canzoni protette da FairPlay, infatti, sono compatibili soltanto con gli apparecchi della serie iPod e con l’omonimo lettore software distribuito da Apple.
“Se si desidera musica interoperabile, al giorno d’oggi”, ha detto Glaser, “l’unica opzione agli iPod non-interoperabili prodotti da Apple ha un nome molto semplice: pirateria”. Il CEO di RealNetworks, l’azienda che produce il lettore multimediale RealOne ed ha inventato i formati compressi RealMedia, ha specificato che “il numero medio di canzoni acquistate legittimamente dai possessori di iPod è 25”.
La capacità di immagazzinamento dati di un iPod è pari a svariati gigabyte: “Ne consegue che più della metà della musica sugli iPod è ottenuta da reti peer-to-peer in modo illegale, oppure copiando i CD degli amici e dei conoscenti”, insinua Glaser. “Apple sta utilizzando la non interoperabilità degli iPod nel tentativo di aumentare il volume di vendita dei computer Macintosh e, più genericamente, delle tracce musicali”, conclude. Vista la mole di canzoni vendute da Apple, detentore di quasi il 75% del mercato della musica digitale, il ragionamento del CEO di RealNetworks porta ad una constatazione conseguente: la pirateria, grazie alle particolarità del formato FairPlay, sarebbe destinata ad aumentare.
Ma questo è l’esatto contrario di quanto sostengono i portavoce della Mela , convinti che qualsiasi assalto al DRM FairPlay in nome dell’apertura dei mercati o dell’interoperabilità equivalga matematicamente al reato di favoreggiamento della pirateria multimediale. La posizione inossidabile dell’azienda fondata da Wozniack e Jobs, per il momento, sembra avere un ottimo effetto deterrente su quegli stati dove la questione dei DRM è particolarmente malvista, a partire da Francia e Danimarca.
A brevissima distanza dalla piccola rivoluzione francese , che costringerebbe Apple ad aprire i lucchetti dei sistemi DRM usati in Francia, a Parigi è infatti spuntata l’ipotesi di una agenzia speciale che regoli l’ uso limitato di DRM “blindati” diffusi nell’industria multimediale.
In un articolo pubblicato da BusinessWeek , risulta che il senato francese è già al lavoro per la creazione di una “SIAE dei DRM”. Se la proposta dovesse passare, la situazione in Francia diventerebbe meno insostenibile per la Mela, attualmente costretta ad aprire il codice di FairPlay: l’agenzia dei DRM valuterà caso per caso la liceità dell’uso di questi lucchetti digitali.
Tommaso Lombardi