Si dice che l’app Immuni sia sicura, blindata, non comporti problemi, non abbia alcun profilo di pericolo per l’utente finale e per i suoi dati personali. Ma si dice anche che tra i proprietari ci siano alcuni nomi legati alla politica, che la scelta possa essere dettata da lobby, che non è esattamente chiaro il meccanismo che ha portato la task force a questa decisione invece di un’altra.
Si dice che l’app sia libera, che l’installazione sia volontaria, che si possa tranquillamente farne a meno, che non è sicuramente obbligatorio l’opt-in in virtù della necessità di tutelare la libertà dei singoli. Ma si dice anche che in realtà l’installazione dovrebbe essere obbligatoria, che solo forzandone l’uso si possano raggiungere risultati apprezzabili, che si potrebbero limitare gli spostamenti alle persone qualora non installassero l’app e ne dimostrassero l’utilizzo. Ma si dice altresì che questa ipotesi sia stata poi scartata, che alla fin fine si è scelto di non adottarla.
Si dice, ed è questo il problema: si dice, e si discute, di cose che non sono. Si dice, e si discute, dei “se fosse” o dei “se fosse stato”, senza reale proiezione al presente e al futuro senza cadere nelle trappole del condizionale. Invece di rendere trasparenti le decisioni prese, si rende trasparente il dibattito antecedente, quello sporco del brainstorming ove tutto è lecito e nulla è vietato, quello dove occorre discutere ogni opzione prima di arrivare a conclusioni logiche, definitive e ben comunicate. Si dice, e si trasmette sottobanco, e lo si pubblica, e lo si twitta, e lo si condivide, e ci si accapiglia. La dinamica è ormai nota ed inquina continuamente i pozzi dell’approfondimento, perché si discute per giorni di cose che non son comparse in alcuna bozza ufficiale (se mai una bozza possa avere crismi di ufficialità).
Non siamo Immuni da colpe
Difficile capire i motivi di tutto ciò, se per questioni politiche, se per posizioni di “partito preso”, se per uno scontro Stato-Regioni, se per mera questione giornalistica di ricerca dell’attenzione o se per gli interessi incrociati di tutte queste pulsioni. Ma una cosa è certa: l’app Immuni, a prescindere dalla sua bontà tecnico-giuridica, può funzionare soltanto se nasce supportata dal desiderio nazionale di farne realmente uso, di adottarla come strumento di indagine e di resistenza, di abbracciarla come un simbolo di lotta in vista della “fase 2”. Così non sarà, perché la divisione ha già lacerato il paese creando distanziamento tra pro-App e contro-App, tra pro-apriamo e contro-apriamo, tra pro-Governo e contro-Governo, tra pro-Euro e contro-Euro, tra Nord e Sud (again), tra pro-Virologi e pro-Privacy, tra pro-Berlusconi e contro-Berlusconi, tra pro-GPS e pro-Bluetooth, (dobbiamo continuare?).
L’app Immuni avrebbe paradossalmente bisogno di viralità: dovrebbe trovare un tessuto organico favorevole, che ne consenta la moltiplicazione e il passaggio da smartphone a smartphone, da utente a utente, sposando una causa di unità nazionale per raggiungere quel 60% che potremmo chiamare “immunità di app”. Servirebbero indicazioni chiare invece di divisioni, servirebbe trasparenza invece di ipotesi sottobanco, servirebbero posizioni esplicite invece di dibattito pubblico e scontri istituzionali (perché questo accadrà nel momento in cui l’app dovesse approdare in Parlamento).
Immuni non può farcela, quindi. Non per colpa sua, o almeno non certo solo per colpa sua: almeno in parte, in buona parte, per colpa nostra.
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Perchè scusate? E' importante che funzioni, che permetta di essere avvisati se abbiamo avuto un contatto con un possibile rischio contagio. Le polemiche come sempre riempiono i social, è sport nazionale, ma dobbiamo assolutamente far si che questo ulteriore strumento possa facilitare l'isolamento del virus. Non è che ci sono molte altre alternative e i tamponi in Italia purtroppo sono sempre troppi pochi e quindi inefficaci e le statistiche ce lo dimostrano.Andrea RomagnoliSe i tamponi fatti in Italia sono in quantità insufficiente (e gli specialisti affermano che il numeri dei casi di coronavirus per questo motivo sono sottovalutati dal 50% al 90%), allora l'app non serve a nulla. Per poter essere utile, occorre un database quanto più possibile completo e realistico a cui l'app possa attingere per poi segnalare la prossimità con infetti a chi la utilizza. Il database è necessario, non l'app; se i dati sono immondizia, si otterrà immondizia. Perché si parla di tutto e del contrario, ma non di questo aspetto, che mi sembra fondamentale?ZLoneWolfAndrebbe detto a chiare lettere che il tracking l'abbiamo già autorizzato noi spontaneamente quando vogliamo contare i passi della giornata, per solo esempio, e per di più a entità private sovranazionali che ne fanno un uso opaco quando non oscuro. Spero in questo caso che la paura funzioni da antidoto e si collabori in numero sufficienteManuela Casalepersonalmente penso che come per molte altre misure, anche questa app debba essere considerata "transitoria". Nel senso che quello che conta davvero, dati tutti i limiti della situazione, è che lo Stato si doti di una tecnologia di supporto alla telemedicina. Una app che punta ad avere una distribuzione così ampia e capillare avrebbe dovuto essere "qualcosa" della PA (es. la ipotetica quanto inesistente app IO del Min. Innovazione). Gestita possibilmente dal SSN. Ma questa non c'è, non per ora. (L'esempio della Sud-Corea non è del tutto pertinente nel nostro caso italiano perchè la SC è un tipo di società in cui la diffusione del digitale nella società e nella cultura collettiva è "ben diversa", diciamo così). Faccio mie alcune delle considerazioni fatte da Walter Vannini nel podcast DataNightmare (18/04/20). https://www.spreaker.com/user/runtime/dk-4x30 è fondamentale che il codice di questa app sia open source, per tanti motivi. innanzitutto la trasparenza, che consente il controllo da parte dei cittadini sui dati trattati. inoltre, esplicitare chi è il titolare del trattamento. Vannini dice che ad oggi si sa solo che lo Stato ha "stipulato un contratto di licenza d'uso gratuita della app". E ancora, la trasparenza del codice e dei processi di trattamento devono essere trasparenti perché non dovrebbe esistere MAI la situazione in cui lo Stato (genericamente parlando) notificasse un cittadino di imposta quarantena "preventiva" senza che il cittadino possa effettivamente verificare il contatto avvenuto (incrocio codici bluetooth, ad esempio). tra l'altro, non sono sicuro che l'esclusione dell'uso dei dati GPS vada solo a vantaggio della privacy: come può un cittadino essere sicuro di un avvenuto contatto o esposizione, se non può sapere dove questo sarebbe avvenuto ("ci sono mai stato in quel luogo?"). in ultimo, tornando alla titolarità del trattamento, penso che debba essere il SSN, in modo da limitarne le legittime finalità.robMa infatti io la trovo di propaganda per dire "siamo all'avanguardia / siamo aggiornati" che avrebbe senso se era il 2004.ThePrisonerPurtroppo sui dizionari italiani, alla voce "transitorio" c'è scritto "vedi anche eterno". Per usare uno strumento del genere ci vuole una società adulta, capace di mettere l'uno di fronte all'altro il pro e il contro e arrivare ad una via di mezzo ragionevole e onorevole. In questo paese ahimè, è già difficile esprimere un'opinione non appena si discosta anche solo di poco dalla versione "ufficiale e accettata". Quando si cresce una società facendole ingoiare a colazione, pranzo e cena i campanilismi, dualismo buono-cattivo, campagne elettorali senza fine, non si può pretendere poi ti chiedere all'opinione pubblica di comportarsi in maniera logica dalla sera alla mattina.App-areChiaroQuesta verità vale piú di ogni altra, a mio modesto parere. Saltare a piè pari l'aspetto sociologico di una società è quanto piú bieco si possa fare. È come voler curare un cane non considerandolo tale e che a farlo sia un commesso di MediaWorld. Già, bel disastro; vero?ThePrisonerIl "per colpa nostra" finale è riferito ai mass-media? Se è cosi, son d'accordo. Articoli su articoli sul nulla più assoluto se non per accalappiarsi gli utenti che ultimamente stanno scoprendo che su internet oltre a facebook c'è anche altro. Le testate giornalistiche di sinistra colpevolizzano la Bending Spoon perchè è finanziata dai Berlusconi come se fosse una colpa essere una buona società con alto tasso di crescita, lavorando nel digitale. Le testate giornalistiche di destra colpevolizzano la scelta, il Ministro e il contratto, che lo ha firmato senza spendere un €uro. Le testate giornalistiche "apartitiche" citano inchieste del Copasir (come se non fosse normale), accomunano la vicenda al databrench olandese o la paragonano a quella google/apple. L'App dov'è? Nel contratto c'è scritto che il codice sarà libero. Bene, aspettiamo che sia pubblicata, reperiamo il codice, valutiamolo e poi forse si che si possono far uscire alcuni articoli giornalistici che invitino le persone a non installarla o ad istallarla. Se vi interessa l'opinione di un Vs. lettore, sappiate che dalla prima notizia sull'app immuni, sono in cerca di articoli che valutino la bontà del codice (e magari dove reperirlo), e invece trovo solo polemiche. Oggi ne ho trovato uno che polemizza sulle polemiche.PashcalQuesto articolo ha due chiavi di lettura, esse sono due parole [ 1 ] necessario [ 2 ] tessuto. L’App Immuni è necessaria ma non ha nessun ( ripeto nessuno ) tessuto sul quale crescere, ramificare e dare frutti. Le migliori parole per condensare il mio pensiero le prendo in prestito dal fisico Valerio Rossi Albertini che così si esprime a proposito del mondo quantistico e le trasporto in questo contesto di certo più agevole … : l’App Immuni è un pratico acchiappafarfalle a maglie strette per catturare il Bosone di Higgs preferito. Le conclusioni ognuno le trovi per sé e soprattutto le tenga per sé.Matteo...c'è ancora chi spera di trovare nel dichiarato "codice aperto" prove della robustezza dell' app Immuni in termini di privacy...hahahaha....iniziando dalle specifiche tecniche :già solo il requisito del BT Low Energy non è presente in tutti i cellulari. La ipotetica Pseudonimizzazione dei dati è l'affermazione della possibilità di comludere la profilazione incrociata per l'identificazione univoca dell 'utente (....per volontà illecita...per data breach....comunque esiste ed è un fatto ineludibbile ). MA PIU' DI TUTTO: ci vvogliamo rendere conto una volta per tutte che questa e TUTTE le altre APP stanno girando su un sistema operativo ( Android, iOS, Tizen ecc ecc ) che è INGEGNERIZZATO per spiare!!!! Chi avalla l'app ed il suo uso sta semplicemente amplificando la potenza della profilazione incrociata di chi già sta spiando tutto e tutti, ma con il vantaggio di raccogliere DATI diretti SANITARI di valore enorme. E per finire , ma non in ordine di importanza OGGETTIVA: senza una conoscenza definitiva e completa sulle modalità di contagio e i tempi di totale assenza del virus dopo la positività questa app è solo una atto deliberato di spionaggio. SANZA TAMPONI a tappeto ( come fatto in Veneto, vedi Vò ) non c'è trAPP per gatti :-)ComputArteSE uno uno non ha il bt a basso consumo, utilizzerà quel che c'è, non vedo il problema. Quanto al resto è molto più sicura e meno tracciante di ciò che di solito l' utonto medio usa. Persino meno di telegram hAlessandroXPartecipo a questa "chiacchierata" in modo del tutto scoraggiato e frustrato. Mi pare di aver capito che la faccenda sia questa: oltre una ristretta minoranza degli Italiani, il resto, cioè la maggioranza, è diviso su due fronti: centro sinistra e centro destra. Ormai tutto ciò che accade e che abbisogna di opinioni è suddiviso fra le due possibilità di appartenenza politica, con pochissime sfumature sbiadite in parziale disaccordo. Se invece del governo Conte, adesso avessimo il governo Salvini, la stragrande maggioranza delle persone che si dichiarano schierate a favore o contro Immuni, ribalterebbe specularmente le proprie posizioni. Questo è il quadro preciso che mi sono fatto dell'Italia e degli Italiani, a parte quella ristretta minoranza che ho citato dianzi. Cioè a nulla vale portare ragionamenti a favore o contro, su basi tecniche o di altra natura, l'opinione si forma solo su criteri di appartenenza ad uno schieramento, con uno spirito di totale opposizione. Insomma l'Italia è divisa proprio sulla questione fondamentale dell'esistenza sociale: vivere di lavoro onesto, correttamente retribuito, tutelato da diritti inviolabili, accompagnato ineluttabilmente dal rispetto di adeguati doveri, nella piena accettazione di appartenenza ad un consesso civile, sociale e solidale, e dall'altra parte invece vivere di equilibrismi, di una filosofia che prevede di pontificare che "ciò che è mio nessuno lo tocca", dove spesso il "mio" è frutto di privilegi, di trucchi finanziari e di mercato, di elusione ed evasione delle tasse, oppure vivere di opposizione e rancore verso chi ha più cultura e conoscenza, rifugiandosi dietro un finto vittimismo di sapore pauperistico da sottoproletariato ostile a ogni confronto. Se qualcuno crede che io stia esagerando, basta assistere ai dualismi contrapposti in ogni campo, che sul web si mostrano nella più totale pienezza e impudicizia. NoVax contro i vaccini, complottisti contro fiduciosi, terrapiattisti contro terra a globo, e chi più ne ha più ne metta. Ognuno cerca argomenti a proprio favore e a danno della parte contrapposta, a qualunque costo, specialmente facendo ricorso a falsità sfacciate o a pseudo logiche di tipo "paralogismi". Gli ignoranti non si rendono conto di questo mio ragionamento, anzi lo respingono in toto. L'idea è che ogni "monade" che partorisce la propria mente, è "verità assoluta", mentre quelle degli altri sono "fantasie" o "falsità". Ad esempio, sulla faccenda della cosiddetta "perdita della libertà" costrittiva di questo periodo, lo schieramento delle opinioni rispecchia fedelmente quello dello schieramento politico, fra partiti delle NoTax e di coloro che sostengono SiTax. Insomma, oltre ogni razionale ragionamento tecnico su Immuni o su altre faccende del genere, io ritengo inutile ogni discussione in merito, giacché il campo è "totalmente" viziato apriori. Inutile discutere, inutile ascoltare dibattiti politici o culturali su questi argomenti in TV, sul web o altrove. Io credo che l'umanità, e in particolare noi Italiani, ci meritiamo ciò che abbiamo, e francamente spero che questo virus ci metta presto alle strette di fronte alla nostra stupidità e irrazionalità. Come il borioso pallone gonfiato Boris Johnson ha meritato ampiamente, vorrei che tutti si infettassero e finissero intubati, magari senza morire, per costringere finalmente a far capire ai vari "boriosi" tronfi e gaudenti che le chiacchiere non servono, e che questo sistema di vita economico e sociale è "gonfiato" e non più a misura della situazione attuale, dove ci avviciniamo ai 10 miliardi di abitanti sul pianeta, e dove tutti (o quasi, meno che me e qualche altro "realista") credono che le risosre saranno infinite e che la tecnologia ci basterà sicuramente a vivere sempre nel pieno benessere. Insomma nessuno ha capito, o finge di non capire, a parte quelli che ne hanno saputo approfittare, che l'economia si basa sul fatto che "uno", per stare bene, deve sfruttare "un altro" che per forza dovrà stare male. Non possiamo stare "tutti bene". Qualcuno deve "star male" per forza, altrimenti, con questo tipo di sistema sociale, i privilegiati non potranno "star bene". Il resto è solo un circolo infinito e vizioso di opinioni stemperate su una miriade di campi e temi, alla maniera di un immenso straccio di milioni di "pezze", per cercare di illudersi che abbiamo la certezza di trovare sempre le soluzioni per tutto senza rinunciare a nulla.greenlitÈ un po' che non mi aggiorno sull'argomento, ma fino a qualche anno fa si diceva che la tecnologia bluetooth fosse un colabrodo dal lato della sicurezza e mi piacerebbe sapere quanto rischiano quelli che vanno in giro con bluetooth aperto con un'app che garantisce l'accesso ad altri segnali bluetooth. Ricordo che in diversi avessero dimostrato la crackabilità del Bluetooth.MaxGrazie, il tuo commento è in fase di approvazioneGrazie, il tuo commento è stato pubblicatoCommento non inviatoGrazie per esserti iscritto alla nostra newsletterOops, la registrazione alla newsletter non è andata a buon fine. Riprova.Leggi gli altri commenti
Giacomo Dotta 21 04 2020
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