Indicizzazione a pagamento, Schmidt diplomatico in Francia

Indicizzazione a pagamento, Schmidt diplomatico in Francia

Google a colloquio da Hollande per scongiurare l'approvazione della legge che imporrebbe una tassa sui contenuti della stampa francese. Il capo dell'Eliseo auspica una risoluzione tra le parti
Google a colloquio da Hollande per scongiurare l'approvazione della legge che imporrebbe una tassa sui contenuti della stampa francese. Il capo dell'Eliseo auspica una risoluzione tra le parti

È volato a Parigi per discutere direttamente con Francois Hollande, ma sembra che la trasferta in terra francese di Eric Schmidt non sia bastata a convincere il capo dell’Eliseo e il suo governo sull’inopportunità del progetto di legge che imporrebbe a Google una tassa per le indicizzazioni dei contenuti appartenenti alla stampa francese.

Nei giorni scorsi, le tensioni tra il gigante del search e le associazioni degli editori europei si sono accentuate tanto da spingere il fondatore di BigG a recarsi in Francia per illustrare le sue ragioni al cospetto dell’amministrazione socialista. Tuttavia, il capo dell’Eliseo, coadiuvato dai ministri competenti, si è limitato a promuovere una tabella di marcia che dovrebbe portare gli editori della stampa d’Oltralpe e il motore di ricerca al raggiungimento di un accordo .

Hollande, d’altronde, non ha nascosto la sua propensione per l’approvazione di una legge formulata sul modello della proposta tedesca qualora le due parti non dovessero pervenire a un accordo. Il premier francese, inoltre, avrebbe ribadito a Schmidt “che lo sviluppo dell’economia digitale richiede un adattamento della fiscalità”, che, tradotto, significherebbe il sostegno dell’Eliseo alle ragioni di Association de la Presse (IPG).

Quest’ultima, dal canto suo, non sembra avere alcuna intenzione di arretrare rispetto alla volontà di pretendere da Google una microremunerazione per i titoli e gli stralci di articoli pubblicati dal motore di ricerca. Una giusta richiesta, sotengono i fautori della proposta, per risanare una parte delle perdite in termini di revenue subite dalle testate giornalistiche. Non resta che attendere la contromossa di Google.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il 30 ott 2012
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