Per la prima volta dopo aver lasciato Intel, l’ex amministratore delegato Pat Gelsinger ha commentato pubblicamente la sua controversa dimissione, dichiarando che la decisione non è stata volontaria. Le sue parole, pronunciate durante l’evento del Playground Global Conference a Tokyo, hanno acceso i riflettori sulle dinamiche interne all’azienda, avvenute in quel periodo, e sul destino della sua ambiziosa strategia IDM 2.0, che sta per culminare nell’attivazione delle nuove fonderie 18A a 2nm.
Intel: Gelsinger commenta per la prima volta le controverse dimissioni
Durante l’evento, Gelsinger ha rivelato che:
“Lasciare Intel è stata una decisione estremamente difficile. Volevo completare ciò che avevo iniziato, ma non mi è stata data questa possibilità.”
Lasciando palesemente intendere che la sua uscita è stata spinta dai piani più alti, ovviamente facenti parte del consiglio di amministrazione dell’azienda, non potendo tuttavia fornire ulteriori dettagli per via di un probabile accordo di non divulgazione, concordato tra le parti.
Le tensioni tra Gelsinger e il consiglio sembrano legate alla gestione della divisione Intel Foundry e alla strategia IDM 2.0, un piano visionario che mirava a trasformare l’azienda in un leader globale nella produzione di chip, combinando risorse interne ed esterne per competere con giganti come TSMC. Tuttavia, i risultati iniziali non hanno soddisfatto le aspettative, con perdite finanziarie significative e una reputazione di mercato indebolita.
I fallimenti iniziali di Gelsinger
Guidando Intel per oltre quattro anni a partire dal 2020, Gelsinger è stato il principale promotore della strategia IDM 2.0, annunciata con l’obiettivo di rivoluzionare il modello di produzione di chip dell’azienda, nonché rivitalizzarne le fonderie, rimaste tecnologicamente indietro in quegli anni. Il piano prevedeva lo sviluppo di nuovi nodi produttivi, come parte della strategia “5N4Y” (cinque nodi in quattro anni), e un’espansione delle capacità di fonderia per attrarre clienti esterni.
Purtroppo, i risultati iniziali non sono stati a favore dell’ex AD, con perdite sostanziali che non hanno interessato solamente gli indotti, ma anche l’interesse da parte di partner di terze parti e, soprattutto, la fiducia verso l’azienda.
Il futuro dell’azienda con il nuovo AD Lip-Bu Tan
Successivamente, con l’assunzione di Lip-Bu Tan nel ruolo di AD dell’azienda, Intel ha cambiato rotta, con un piano di licenziamenti su larga scala per un taglio sistemico delle spese non necessarie, un maggiore utilizzo di fonderie di terze parti e una revisione della strategia per la divisione foundry. L’azienda di Santa Clara si appresta infatti a lanciare la produzione in massa del nodo 18A, un progetto che potrebbe porterebbe in realtà a termine il lavoro svolto da Gelsinger, ma sotto una nuova guida.
C’è molta aspettativa verso capacità delle nuove fonderie Intel, nonché verso la prossima generazione di CPU Nova Lake, attesa per il debutto nel 2026.