IoT: l'antitrust europea vuol vederci chiaro

IoT: l'antitrust europea vuol vederci chiaro

Margrethe Vestager, vice presidente della Commissione Europea, lancia una diffida al mondo dell'IoT: l'UE pretende massima apertura e competitività.
IoT: l'antitrust europea vuol vederci chiaro
Margrethe Vestager, vice presidente della Commissione Europea, lancia una diffida al mondo dell'IoT: l'UE pretende massima apertura e competitività.

Margrethe Vestager mostra la carota al mondo dell’IoT ma è facile intuire come nell’altra mano ci sia pronto il bastone. Trapela dalle parole stesse usate dalla vicepresidente della Commissione europea nel suo statement odierno sul mondo dell’Internet of Things, ove la commissaria esplicita tanto la propria ammirazione per le potenzialità di questo settore, quanto la ferma volontà di rendere quanto più accessibili a tutti tali opportunità.

IoT nel mirino dell’UE

Il testo inizia pertanto con un elogio all’IoT, considerato troppo a lungo una chimera e ora disponibile ormai in milioni di case in tutta Europa. Ma continua facendo nomi e cognomi: Apple Siri, Google Assistant, Amazon Alexa, Deutsche Telekom Magenta: a ognuno di questi la commissione intende fare qualche domanda, per capire come i rispettivi mercati si siano sviluppati:

Le potenzialità sono incredibili. Ma ne vedremo appieno i benefici (prezzi bassi, vasta scelta, prodotti e servizi innovativi) solo se i mercati di questi dispositivi resteranno aperti e competitivi. E il problema è che la concorrenza nei mercati digitali può essere fragile.

Il timore della Vestager è che le grandi compagnie possano abusare del proprio potere, creando barriere all’ingresso insormontabili e tagliando fuori dalla competizione ogni nuovo attore in entrata. Il tutto scivola così lentamente ed inesorabilmente su un piano inclinato che porta al monopolio o all’oligopolio, in ogni caso verso condizioni poco favorevoli alla competitività e blindate da rendite di posizione. I toni sono chiari: certe cose si son già viste in passato e la commissaria non intende autorizzare medesime derive su un settore in piena espansione come quello dell’IoT: nessun gatekeeper, nessuna esclusività che precluda aziende o utenti da specifiche possibilità.

L’UE vuole un mondo IoT interoperabile e aperto, che possa farsi frizzante e favorire al massimo innovazione e competizione. Ma per arrivare a questo stanno per partire 400 questionari verso altrettante aziende interessate, così che da ognuna si possa sentire il polso di un mercato che rischia altrimenti di ridursi rapidamente ad un discorso tra pochi auto-eletti.

Questa iniziativa è una vera e propria dichiarazione di intenti. Le aziende coinvolte sono avvisate.

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Pubblicato il
16 lug 2020
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