Iran, comunicazione solo su server locali

Iran, comunicazione solo su server locali

Le autorità di Teheran introducono un nuovo obbligo per le aziende specializzate in networking telematico, un modo evidentemente pensato per facilitare la censura e lo scrutinio dei contenuti sgraditi
Le autorità di Teheran introducono un nuovo obbligo per le aziende specializzate in networking telematico, un modo evidentemente pensato per facilitare la censura e lo scrutinio dei contenuti sgraditi

Dal Consiglio Supremo del Cyberspazio iraniano arriva l’imposizione di una nuova norma pensata per i servizi di messaggistica telematica e i social network, aziende che presto o tardi saranno costrette a spostare e gestire i dati riguardanti i cittadini del paese mediorientale su server locali – pena l’inutilizzabilità da parte dei suddetti cittadini.

Alle aziende di settore è stato concesso un anno, sostengono i mezzi di comunicazione locali, per trasferire le informazioni degli utenti iraniani su server presenti in Iran, così come le nuove linee guida dell’Ayatollah Ali Khamenei prevedono.

La nuova imposizione riguarda tutti i servizi di messaggistica e i social network, ma l’impatto maggiore sarà prevedibilmente quello subito da Telegram : il servizio per le comunicazioni cifrate è estremamente popolare in Iran, al punto da poter vantare 20 milioni di utenti registrati su una popolazione complessiva di 80 milioni di persone.

L’obbligo di gestione locale dei dati garantirà a Teheran un nuovo strumento di controllo e censura delle attività non gradite alle autorità che governano il paese, con limiti all’azione sovranazionale delle aziende di rete comuni in paesi come la Russia e (in parte) e la Cina .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
31 mag 2016
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