Italianshare, parola alla difesa

Italianshare, parola alla difesa

Pronto il ricorso contro i sigilli scattati nei giorni scorsi. In ballo ci sarebbe la stessa libertà di espressione in Rete. La parola spetta ora al Tribunale del Riesame di Salerno
Pronto il ricorso contro i sigilli scattati nei giorni scorsi. In ballo ci sarebbe la stessa libertà di espressione in Rete. La parola spetta ora al Tribunale del Riesame di Salerno

La vicenda è ormai nota. Un’operazione condotta dalla Guardia di Finanza di Agropoli ha portato al sequestro di un gruppo di 5 siti web, tutti appartenenti al network Italianshare.net . Stando alle indagini, i domini legati alla community tricolore si presentavano agli utenti come forum per l’indicizzazione di materiale tutelato da copyright, offrendo la possibilità di scaricare illegalmente film e musica.

Ai 5 siti appartenenti al network se ne sono aggiunti altri due : Italianstylewebsite.net e Freeplayclub.org . Le autorità campane hanno dunque chiesto ai vari provider di bloccare a mezzo DNS tutti gli accessi agli spazi online incriminati. A intervenire sulle pagine di Punto Informatico è il misterioso Tex Willer, identificato come gestore del network Italianshare. In particolare, è emerso che i siti Italianstylewebsite e Freeplayclub non avrebbero alcun legame con la community sequestrata. A parte uno scambio di banner per questioni di visibilità. Sono gli stesso admin di Freeplayclub e di ItalianStyleWebSite a segnalare alla redazione di non aver ricevuto alcun avvertimento da parte delle autorità. I siti non avrebbero mai ospitato link illeciti o comunque contenuti protetti da diritto d’autore.

Ad intervenire sulle pagine online di Punto Informatico è ora Fulvio Sarzana, avvocato esperto in diritto dell’informatica e delle telecomunicazioni. Sarzana ha ora deciso di assumere la difesa di Tex Willer, sebbene Italianshare sia più volte stato descritto come un vero e proprio “supermercato della pirateria”.

“Ho analizzato attentamente le dichiarazioni pubblicate in questi giorni e mi sono fatto un’idea (ovviamente sommaria allo stato degli atti) dei documenti relativi alla causa – esordisce Sarzana – Da queste prime informazioni mi sembra evidente un’anomalia nelle procedure di sequestro preventivo che spero possa essere corretta dal Tribunale del riesame di Salerno”.

Stando alla difesa, le stesse misure nel caso Italianshare potrebbero portare all’affermazione di principi incompatibili con la libera circolazione delle informazioni sul web, oltre che con la libera manifestazione del pensiero nei forum online. “Il principio da cui è necessario partire è che qualsiasi illegalità vada repressa e non incoraggiata – ha continuato Sarzana – quando naturalmente si sia certi, senza pregiudizi e idee preconcette sulla libera navigabilità associata ai servizi P2P, che sia stata compiuta un’attività illecita. E quando gli strumenti usati per reprimere in via preventiva non siano in grado di danneggiare anche valori costituzionali o diritti di terzi”.

Lo stesso Sarzana ha sottolineato come il successivo coinvolgimento di portali non associati al circuito di Italianshare vada a testimoniare parzialmente questa anomalia procedurale. Il legale ha poi elencato “tre punti nodali” emersi ad una prima analisi sommaria degli atti e delle dichiarazioni nel caso Italianshare.

Il primo: “la responsabilità per il linking esterno di un mero indicizzatore di risultati, quando tale attività riguardi file protetti o meno dal diritto d’autore”. Il secondo: “la possibilità che vengano oscurati forum sulla Rete contenenti anche commenti e link assolutamente leciti”. Infine, “l’inibizione di determinati siti a livello IP e DNS, attuata attraverso provider italiani in presenza di siti presenti in Italia”. Il riferimento è infatti a due domini elencati nel comunicato delle Fiamme Gialle di Agropoli.

La difesa ha poi sottolineato come gli ordini di inibizione rischino di venire emessi senza verificare l’effettiva attinenza con i reati contestati. Attività che “dovrebbe essere collocata ai margini estremi del nostro ordinamento, per i rischi di errori insiti in procedure tecnicamente lontane dall’essere considerate di precisione chirurgica”. Si ricorda il caso Moncler e di come i provider siano riusciti a registrare una significativa vittoria contro l’ordine di inibizione emesso dal Tribunale di Padova nei confronti di quasi 500 siti in – non
sempre evidente – violazione del trademark.

“Se si accetta che si possa concedere lo strumento del sequestro preventivo senza uno scrupoloso controllo delle modalità alternative di repressione delle condotte illecite, allora questo stesso strumento potrebbe valere anche in casi di diffamazione attuata attraverso organi di informazione o semplici blog. Con un impatto molto forte sulla libertà di informazione su Internet”. Sarzana ha così concluso il suo intervento: “È su questi punti, non soltanto relativi al singolo caso concreto, ma fondamentali in generale per il successivo libero sviluppo di Internet, che sarà chiamato molto probabilmente a pronunciarsi il Tribunale della Libertà di Salerno, al quale ho inviato l’impugnazione dei decreti di sequestro dei siti emesso dal GIP del Tribunale di Vallo della Lucania”.

Mauro Vecchio

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Pubblicato il
17 nov 2011
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