James Webb Space Telescope: destinazione vicina

James Webb Space Telescope: destinazione vicina

Mancano pochi giorni alla destinazione finale del James Webb Space Telescope, ovvero all'inserimento nell'orbita halo intorno al punto di Lagrange L2.
James Webb Space Telescope: destinazione vicina
Mancano pochi giorni alla destinazione finale del James Webb Space Telescope, ovvero all'inserimento nell'orbita halo intorno al punto di Lagrange L2.

Il James Webb Space Telescope ha quasi raggiunto la destinazione finale a circa 1,5 milioni di Km dalla Terra. La NASA ha comunicato che lunedì 24 gennaio verrà effettuata la terza correzione di rotta per posizionare il telescopio nell’orbita desiderata, ovvero intorno al punto di Lagrange L2. L’agenzia spaziale statunitense ha spiegato perché è stata scelta questa posizione.

JWST vicino al traguardo finale

I punti di Lagrange rappresentano la soluzione al problema dei tre corpi semplificato. I cinque punti (L1, L2, L3, L4 e L5) sono la posizione nello spazio in cui le forze gravitazionali di due oggetti dotati di grande massa (in questo caso, Sole e Terra) e la forza centrifuga di un terzo oggetto di massa inferiore (in questo caso, il telescopio) sono in equilibrio.

Punti di Lagrange

La NASA ha scelto il punto L2 perché Sole e Terra sono sempre alle spalle del telescopio, ovvero dietro la schermatura solare. Le ottiche e la strumentazione rimangono in ombra e alle temperature richieste per osservare l’infrarosso (circa -233° C).

Il telescopio non rimarrà fermo nel punto L2, ma seguirà un’orbita halo che viene completata ogni sei mesi. Ciò consentirà di “vedere” sempre il Sole (che non viene mai eclissato dalla Terra) e quindi di ricevere energia dai pannelli solari. Inoltre permetterà di mantenere il contatto con la Terra attraverso il Deep Space Network.

Come si può vedere sul sito, la velocità diminuisce gradualmente a causa della forza di gravità terrestre. Il razzo Ariane 5 ha trasmesso l’energia sufficiente per raggiungere una distanza di 1,1 milioni di Km. Per questo motivo è necessario accendere i propulsori del telescopio ogni tre settimane circa. In caso contrario inizierebbe a cadere verso la Terra.

Se il razzo Ariane 5 avesse dato una “spinta” maggiore, non sarebbe stato possibile frenare il telescopio. Ovviamente non è possibile sfruttare i propulsori perché ciò richiederebbe una rotazione di 180 gradi con la conseguente esposizione delle ottiche e della strumentazione al Sole. Ciò significherebbe bruciare il telescopio e 10 miliardi di dollari.

Fonte: NASA
Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il 22 gen 2022
Link copiato negli appunti