Kepler-10b, pianeta roccioso chiama Terra

Kepler-10b, pianeta roccioso chiama Terra

Il telescopio spaziale che porta il nome dell'insigne astronomo tedesco identifica un nuovo esopianeta dalle caratteristiche non molto dissimili da quelle della Terra. Non fosse un inferno di fuoco, sarebbe un paradiso
Il telescopio spaziale che porta il nome dell'insigne astronomo tedesco identifica un nuovo esopianeta dalle caratteristiche non molto dissimili da quelle della Terra. Non fosse un inferno di fuoco, sarebbe un paradiso

Nella sua perdurante missione di scoperta ed esplorazioni di strani, nuovi mondi esterni al nostro Sistema Solare, il telescopio spaziale Kepler avrebbe individuato il primo esopianeta “roccioso” – dunque con caratteristiche non dissimili a quelle terrestri – la cui esistenza sia stata in seguito confermata da osservazioni indipendenti. Kepler-10b è una Terra aliena, ma in quando alla possibilità di ospitare forme di vita non c’è speranza.

Kepler-10b ha un diametro pari a 1,4 volte quello terrestre, una massa 4,6 volte superiore a quella della Terra ma non si trova nella cosiddetta “zona abitabile”: il pianeta orbita attorno alla sua stella a una distanza che è una frazione di quella che separa Mercurio e il Sole, e conseguentemente l’intera orbita viene coperta in un periodo temporale estremamente ridotto – meno di un giorno terrestre, stimano gli scienziati di NASA.

La cortissima distanza che intercorre tra Kepler-10b e la sua stella fa sì che il pianeta appena scoperto non sia in grado di ospitare la vita, in nessuna forma attualmente concepibile: le temperature del lato esposto alla stella potrebbero raggiungere un migliaio di gradi, e in queste condizioni sarebbe impossibile mantenere un’atmosfera gassosa stabile e duratura nel tempo.

Kepler-10b non è insomma una potenziale “Terra-2” capace di accogliere eventuali pionieri terraquei, nemmeno se questi ultimi fossero protetti da scafandri multi-pressurizzati e tecnologie sci-fi . Ma quantomeno c’è, al contrario di Gliese 581 G esiste e la sua esistenza è stata confermata anche dalle osservazioni successive del telescopio Keck nelle Hawaii.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
12 gen 2011
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