Il Parlamento europeo deciderà se estendere ai contenuti audiovisivi il regolamento del 2018 che ha abolito il geoblocking per gli acquisti digitali. Il voto, previsto il 13 dicembre, è stato chiesto dalla Commissione per il Mercato Interno. La Lega Serie A ha pubblicato un comunicato per esprimere il proprio dissenso.
Addio vendita esclusiva dei diritti TV?
Nella mozione (PDF) presentata dalla Commissione per il Mercato Interno per la modifica dell’attuale regolamento viene evidenziato che ci sono stati progressi nella disponibilità in più cataloghi di servizi musicali, e-book, videogiochi e software. Invece ci sono stati limitati miglioramenti per contenuti audiovisivi ed eventi sportivi in diretta.
È quindi necessario valutare tutte le opzioni necessarie per ridurre le barriere geografiche discriminatorie e ingiustificate per l’accesso ai servizi audiovisivi e agli eventi sportivi. Il Parlamento europeo deciderà quindi il 13 dicembre se estendere l’abolizione del geoblocking.
L’impatto di un’eventuale abolizione sui servizi di streaming video (Netflix, Amazon Prime Video e altri) è piuttosto limitato, in quanto film e serie TV più popolari sono disponibili in tutti cataloghi. Il vero “terremoto” riguarderà gli eventi sportivi in diretta, tra cui le partite di calcio.
I diritti TV sono venduti in ogni paese al miglior offerente (DAZN e Sky pagheranno 900 milioni di euro all’anno per la Serie A fino al 2029). Per i contratti già stipulati non succederà nulla, ma in futuro i broadcaster offrivano molto meno, se gli utenti potranno sottoscrivere l’abbonamento in un altro paese.
La Lega Serie A, come le altre leghe di calcio in Europa, si oppone con fermezza all’abolizione del geoblocking per i servizi audiovisivi. L’amministratore delegato Luigi De Siervo ha dichiarato:
Ci opponiamo strenuamente all’abolizione del geoblocking perché metterebbe a serio rischio la sostenibilità economica del settore calcio e film in tutta Europa, cancellerebbe le diverse identità distributive nazionali e conseguentemente porterebbe un indebito vantaggio alle grandi piattaforme OTT americane come Netflix, Amazon, Disney etc. Il tema in discussione la prossima settimana è, quindi, molto delicato e importante, perché si rischia di mandare in frantumi l’intero sistema. Tutti i più importanti operatori del mondo sportivo, dalle leghe ai broadcaster, ma anche l`intero comparto cinematografico, hanno capito il rischio di un simile provvedimento e hanno firmato un appello pubblico, proprio perché questa decisione andrebbe contro ogni logica e impatterebbe in modo negativo sugli stessi consumatori, che avrebbero meno scelta di contenuti con un aumento conseguente dei prezzi. Vogliamo restare ottimisti visto che vi sarebbero conseguenze irreparabili eliminando l`utilizzo del geoblocking, che serve proprio per proteggere il nostro prodotto e la nostra cultura.