Dopo cinque giorni di blackout e il successivo ripristino delle connessioni, in Egitto è arrivato il momento della conta dei danni, che, secondo l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OECD), ammonterebbero a 90 milioni di dollari .
Secondo l’organismo con sede a Parigi, il blocco delle telecomunicazioni e dei servizi Internet ha inciso negativamente del 3-4 per cento sul PIL nazionale.
Il taglio dei collegamenti ha procurato il completo isolamento dela paese, dalle abitazioni private alle aziende internazionali high-tech, cosicché, secondo l’OECD, “in futuro sarà molto più difficile per l’Egitto attrarre aziende straniere e rassicurare sulla stabilità dei network”.
Secondo Craig Labovitz, analista presso Arbor Networks , il blocco completo delle connessioni in Egitto è stato un evento mai osservato per un periodo di tempo così prolungato. Per questo motivo, continua Labovitz, “diversamente da decenni fa, i governi di paesi tecnicamente progrediti non possono interrompere le telecomunicazioni senza incorrere in danni economici significativi e in forti pressioni da parte del corpo politico”.
Arthur Mickoleit, ricercatore dell’OECD, sostiene che i numeri forniti dall’organizzazione siano tutto sommato prudenti, dal momento che ci sarebbero altre perdite difficili da quantificare. Infatti, le stime proposte non includono le attività industriali gestite in outsourcing , quantificate sui 3 milioni di dollari al giorno e che, in larga parte, orbitano attorno alle aziende produttrici di software o impegnate nel settore delle telecomunicazioni.
Inoltre, ci sono determinate attività che richiedono il funzionamento della Rete per essere condotte e che, sommate all’outsourcing, produrrebbero un danno di circa 110 milioni di dollari spalmati su cinque giorni.
Infine, non bisognerebbe dimenticare gli effetti a lungo termine procurati dallo stop della Rete: le aziende straniere saranno accorte nell’investire in infrastrutture delle comunicazioni che potrebbero essere bloccate da un momento all’altro. Vodafone, per prima, è tuttora costretta a subire pressioni che impongono di inviare SMS a favore del governo e del presidente Mubarak.
Cristina Sciannamblo