Lettere/Ancora su Hackmeeting

Lettere/Ancora su Hackmeeting

A maggior ragione, e con sempre più forza, sostengo che Hackmeeting, tra competenze ed incompentenze è stata una faccia, la migliore, della Roma tecnologica
A maggior ragione, e con sempre più forza, sostengo che Hackmeeting, tra competenze ed incompentenze è stata una faccia, la migliore, della Roma tecnologica


Roma – Ho letto l’intervento di Matro su Hackmeeting e rimango sorpreso dalle “forzature” imposte al mio articolo su SmauComm ed Hackmeeting. Non ho mai detto che Hackmeeting era l’incontro dei GURU, ma ho solo affermato che molti tecnici hanno disertato SMAUComm perché privo di significato culturale/tecnico.

L’intervento di Matro è una difesa di SMAUComm. D’altronde, si sa, la pubblicità è pur sempre l’anima del commercio e quando si saltano le barricate si dimentica di essere stati ragazzini e sopratutto si giustifica anche l’ingiustificabile.

A SMAUComm si vedevano solo stazioni con Windows mentre ad Hackmeeting c’era solo Linux o altra roba da “collezionisti”. Ma Linux, del resto, funziona benone: ad Hackmeeting si usciva sulla rete internet mentre a SMAUComm, patria di Windows, si usciva solo dall’ingresso principale…

E ‘ anche vero che ad Hackmeeting si “cazzarava” ed anche parecchio, ma nessuno imponeva un comportamento contrario, Hackmeeting era anche bello perché non c’erano regole.

A maggior ragione, e con sempre più forza, sostengo che Hackmeeting, tra competenze ed incompentenze è stata una faccia, la migliore, della Roma tecnologica. Chi riteneva, come Matro, insufficenti o lacunose le spiegazioni fornite dai relatori sull’argomento X.25, per riprendere quell’esempio, sarebbe potuto intervenire per insegnare qualcosa a tutti… E ‘ inopportuno chiedere ai tecnici di intervenire quando si dispone delle informazioni e non si è disposti a condividerle in una situazione come quella di Hackmeeting.

Hackmeeting, al contrario di quello che comunemente accade nelle riunioni a pagamento, è organizzato da volontari che possono anche permettersi il lusso di sbagliare qualche seminario, qui non è lo scopo del lucro che muove l’informazione ma è l’informazione che muove l’evento.

Non è sufficente dire “io sono stato hacker” per sentirsi la coscienza a posto. Bisogna sempre essere sé stessi e non tentare di portare sempre acqua al nostro mulino a qualsiasi costo.

Oggi più che mai è chiaro che si possono progettare reti utilizzando diverse tecnologie, chi vende consulenza su Linux sa che il cliente arriva a risparmiare sempre rispetto ad una tecnologia proprietaria. Ma quello che passa, da parte dei “dei professionisti del networking”, è il messaggio: “Cosa vuoi che riescano a fare un centinaio di ragazzini con il loro Linux?”

SMAUComm è stata una buca, una toppa colossale, l’esempio di una nuova economia che non esiste e che su queste basi mai progredirà.

Hackmeeting, al contrario, ha focalizzato il meglio ed il peggio, questo dipende dai punti di vista, della cultura informatica Italiana; se non altro, la gente che ha partecipato era talmente tanta che ha permesso di focalizzare vari aspetti dello stesso avvenimento.

Come ho detto a molti amici: quel vistoso sigaro fa gola a molti… non a tutti per fortuna.

Stefano Tagliaferri

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Pubblicato il
7 lug 2000
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