L'FBI sulle orme di 4Chan

L'FBI sulle orme di 4Chan

Avviata un'indagine volta a scoprire gli autori degli attacchi DDoS ad alcuni siti. Gli Anonymous offrono una tregua. Ma solo a patto di essere ascoltati
Avviata un'indagine volta a scoprire gli autori degli attacchi DDoS ad alcuni siti. Gli Anonymous offrono una tregua. Ma solo a patto di essere ascoltati

L’FBI ha deciso di condurre un’indagine, dopo che erano stati denunciati l’attacco al Copyright Office statunitense e a siti appartenenti a gruppi pro-copyright e legati all’industria dell’intrattenimento .

L’inchiesta si riferisce, in particolare, ai blitz DDoS lanciati dal gruppo chiamato Anonymous verso i siti della Motion Picture Association of America (MPAA), RIAA, Hustler magazine, British Phonographic Industry, siti relativi al rocker Gene Simmons e ad altri gruppi simili situati in Francia, Spagna, Australia e altrove. Secondo quanto riportato dalle fonti d’Oltreoceano, le indagini federali sarebbero partite prima dell’attacco rivolto al Copyright Office, dopo il quale gli agenti avrebbero deciso di operare a stretto contatto con le organizzazioni bersaglio.

Mentre alcune indiscrezioni hanno riferito che gli attacchi degli Anonymous erano diminuiti, ora sembra che l’ostilità tra i detentori del diritto d’autore e gli adpeti del P2P sia cresciuta , nell’ambito della battaglia per il controllo della distribuzione sul Web. Secondo alcuni messaggi veicolati da sedicenti portavoce del gruppo, gli Anonymous (che presentanto contatti diretti con la community di 4Chan) si dicono impegnati nella difesa del flusso libero di informazioni circolanti in Rete, considerando il copyright come una forma di censura. Da parte loro, i titolari dei diritti rispondono che gruppi simili sono composti da pseudo difensori della libertà, interessati, in realtà, solamente a giustificare il furto di contenuti protetti.

Per quanto riguarda l’entità dei danni, non esiste ancora una stima precisa, ma si sa che molti degli attacchi sono riusciti a carpire poche informazioni e a causare relativamente pochi disservizi. Matthew Raymond, portavoce della Library of Congress e supervisore del Copyright Office, scrive in una email che l’attacco DDoS ha significativamente ridotto la possibilità di accesso al server da parte degli utenti.

Decisi a percorrere la strada del dialogo, sembra che il collettivo di cyberattivisti abbia formulato delle proposte di riforma per incoraggiare lo scambio proficuo. “Da ora, riprogrammiamo il piano d’azione. Abbiamo delle richieste, richieste flessibili che riguardano il copyright, la censura e l’influenza dei governi”, afferma un portavoce dell’organizzazione. Se le proposte saranno ignorate, affermano da Anonymous, sarà di nuovo guerra.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il
11 nov 2010
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