Amburgo – WBG , un gruppo editoriale tedesco, ha annunciato di essersi ritirato dal fronte delle case editrici che hanno denunciato Google in merito al progetto di digitalizzazione dei libri che il motore di ricerca californiano ha battezzato Google Book Search .
L’inchiesta avviata dai legali di WBG è stata sconsigliata dalla commissione sul copyright della regione federale di Amburgo: secondo gli esperti, WBG avrebbe avuto poche possibilità di vincere una causa per violazione del diritto d’autore .
WBG rimane contraria all’iniziativa di Google, che vuole procedere all’indicizzazione ed alla digitalizzazione di una eccezionale moltitudine di volumi. L’ira di autori ed editori , letteralmente furenti soprattutto negli Stati Uniti ed in Francia , ha spinto Google all’adozione di sistemi DRM e limitazioni alla consultazione dei libri digitalizzati .
Una mossa che non ha comunque avuto l’effetto sperato: al di là di WBG, momentaneamente scoraggiata, decine di case editrici ed oltre ottomila autori in tutto il Mondo vogliono fermare lo sviluppo del servizio offerto da Google, che secondo i portavoce vorrebbe “rendere accessibili online tutti i libri sul mercato”.
Per digitalizzare i libri, sembra che Google abbia deciso di utilizzare sistemi molto low tech . Secondo quanto apparso sul blog Google Blogoscoped dell’esperto Philipp Lenssen, alcune digitalizzazioni di una antologia platonica mostrata su Book Search rivelano la presenza di una… mano. Il sistema OCR utilizzato dal motore di ricerca, secondo un altro blogger , si basano sulla “digitalizzazione a mano”.
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E come fa Google a saperlo?
Mi chiedo come fa Google a sapere che le keyword erano usate da commercianti di copie?Che colpa ne ha uno che pubblicizza un'attività commerciale se poi quel commerciante vende dei falsi?È come se ogni rivista, televisione o TV deve prima accertarsi di cosa vende chi vuole mettere inserizioni pibblicitarie o spot ed eventualmente rifiutarsi.Mi pare parecchio senza senso...AnonimoRe: E come fa Google a saperlo?
Attualmente TV & Co possono essere chiamate in causa... - Scritto da: > Mi chiedo come fa Google a sapere che le keyword> erano usate da commercianti di> copie?> > Che colpa ne ha uno che pubblicizza un'attività> commerciale se poi quel commerciante vende dei> falsi?> > È come se ogni rivista, televisione o TV deve> prima accertarsi di cosa vende chi vuole mettere> inserizioni pibblicitarie o spot ed eventualmente> rifiutarsi.> > Mi pare parecchio senza senso...>AnonimoRe: E come fa Google a saperlo?
Non è tanto quello il punto quanto che secondo LV se uno cerca in un motore di ricerca il loro nome è perchè vuole informazioni sui loro prodotti e non sugli altri.Il fatto che poi google offra proprio un servizio dove sia possibile fare delle associazioni "false" ha semplicemente aggravato la questione.Verrebbe da domandarsi però cosa si dovrebbe fare nei confronti di quei siti che per risalire nelle classifiche dei motori di ricerca inseriscono keyword estremamente varie e questo vale anche per i siti fi LV. Chi assicura che il webmaster del loro sito per accumulare punti non ha inserito metatag appartenenti ad esempio ad armani ?AnonimoRe: E come fa Google a saperlo?
Guarda che pr usare un marchio registrato devi avere l'autorizzazione del proprietario. Google doveva impediare (cosa che fa da qualche anno) di visualizzare le pubblicità non autorizzate che contengono i marchi registrati.Io dico che Google non sia ingenuo ma ha cercato di massimizzare i profitti e solo in francia per ora sta avendo grossi problemi.AnonimoRe: E come fa Google a saperlo?
- Scritto da: > Guarda che pr usare un marchio registrato devi> avere l'autorizzazione del proprietario. Google> doveva impediare (cosa che fa da qualche anno) di> visualizzare le pubblicità non autorizzate che> contengono i marchi> registrati.Un fornitore di servizi non può (e direi, non deve) agire da "poliziotto" controllore sia per quanto penalmente rilevante che per quanto lo sia civilmente.Tra il fornitore di servizi esiste un contratto e l'inserzionista è responsabile dei contenuti. Pertanto, se il fornitore deve (giustamente bloccare) pubblicità palesemente illegali (sotto il profilo penale), restando responsabile ove non lo facesse, discorso diverso dovrebbe essere fatto in questo caso.L'inserzionista potrebbe benissimo avere un accordo col proprietario di un marchio. Se così non è, l'inserzionista ne è responsabile, punto.Nell'era dell'eCommerce le transazioni si regolano praticamente in tempo reale e senza carta. Vogliamo tornare ai contratti su carta per qualunque cosa?La sentenza francese è gravissima. Il giudice doveva chiedere a Google di bloccare la pubblicità (cosa che sarebbe stata fatta senza problemi) e poi citare l'inserzionista (del quale Google avrebbe fornito i dati, su ordine del giudice). Punto.Guardiamo la cosa da un altro lato. Io sono proprietario di un marchio registrato, in questi casi non sono più io a dovermi preoccupare di tutelare il mio marchio (ed a sostenerne i costi), ma qualcun'altro.Inaccettabile.AnonimoErrore nell'articolo
Il servizio che permette di acquistare keywords è Adwords non Adsense.AnonimoSe fossi in Google....
...Eliminerei la parola "luis vitton" dal suo motore di ricerca... :DAnonimoRe: Se fossi in Google....
- Scritto da: > ...Eliminerei la parola "luis vitton" dal suo> motore di ricerca... > :Dse fossi in luis vitton immediatamente dopo ti farei (se tu fossi google) una denuncia da farti passare la voglia di provare a minacciare virtualmente la gente dannegiandola negandoli un servizio perchè ha richiesto che la legge veda chiaro su tue presunte violazioni.AnonimoGrazie, il tuo commento è in fase di approvazioneGrazie, il tuo commento è stato pubblicatoCommento non inviatoGrazie per esserti iscritto alla nostra newsletterOops, la registrazione alla newsletter non è andata a buon fine. Riprova.Leggi gli altri commentiRedazione 29 06 2006
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