P2P, 32 GB di sapere accademico condiviso

P2P, 32 GB di sapere accademico condiviso

Un utente che si firma Gregory Maxwell ha condiviso a mezzo BitTorrent un file contenente materiale accademico non più coperto da copyright eppure ancora a pagamento. Un gesto in favore di Aaron Swartz e della cultura libera
Un utente che si firma Gregory Maxwell ha condiviso a mezzo BitTorrent un file contenente materiale accademico non più coperto da copyright eppure ancora a pagamento. Un gesto in favore di Aaron Swartz e della cultura libera

Come era facile prevedere, le manifestazioni a favore di Aaron Swartz, lo studente statunitense e co-fondatore di Reddit recentemente incriminato per aver sottratto 4 milioni di documenti appartenenti al celebre MIT e a JSTOR, non avrebbero tardato ad arrivare. E le modalità di azione non potevano che essere a mezzo P2P: uno statunitense di 31 anni ha caricato in Rete un file di 32 GB, condiviso a mezzo BitTorrent, contenente 18,592 articoli scientifici.

Il condivisore, a firma Gregory Maxwell, dichiara di essere un esperto di tecnologia residente nell’area di Washginton DC. Nella lunga presentazione al file spiega le ragioni di principio che lo hanno spinto a condividere il materiale accademico. “Possedevo questi file da molto tempo – esordisce Maxwell – ma ho avuto paura del fatto che se li avessi pubblicati sarei stato soggetto a vessazioni legali da parte di coloro che traggono profitto dal controllo su queste opere”. Una posizione che, continua il giovane, è mutata dopo l’arresto e l’incriminazione di Aaron Swartz, un episodio “illuminante” che lo ha portato alla scelta di pubblicare i file .

Un vero e proprio manifesto in favore della cultura libera e del libero uso delle opere d’intelletto e anche un j’accuse nei confronti di chi avrebbe il potere di cambiare le regole del sistema e invece rimane immobile: i docenti universitari e le istituzioni che li supportano e che invisibilmente forniscono l’accesso a tutte le risorse di cui hanno bisogno. “Molti – prosegue Maxwell – non si rendono conto della misura in cui il lavoro accademico non è accessibile al pubblico né riescono a capire il beneficio che il lavoro condotto al di fuori delle università può apportare alla loro attività”. Un vero e proprio abuso della disciplina sul copyright, secondo Maxwell, che gli editori e i titolari dei diritti portano avanti travisando l’estensione della copertura del copyright e attraverso le minacce di contenzioso utilizzate per sopprimere la diffusione di servizi di comunicazione e opere di proprietà.

Il supporter di Swartz ha anche spiegato di aver considerato l’opzione della pubblicazione anonima, ma di aver cambiato idea per il timore che i “persecutori” incolpassero lo stesso Swartz.

Secondo gli osservatori, ci sono pochi dubbi sul fatto che Swartz approvi il gesto del suo supporter. Al di là dell’episodio del MIT, infatti, Aaron Swartz sarebbe anche la penna che ha redatto il Guerrilla Open Access Manifesto , nel quale l’ex studente di Stanford esprime posizioni molti simili a quelle di Gregory Maxwell.

Il file pubblicato da quest’ultimo contiene documenti appartenenti agli Atti Filosofici della Royal Society, il cui copyright sarebbe scaduto da tempo. Tuttavia, l’unico canale per accedere alle pubblicazioni, spiega Maxwell, rimane JSTOR, al prezzo di 19 dollari (circa 13 euro) per ciascun articolo.

Cristina Sciannamblo

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Pubblicato il 22 lug 2011
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