Macrovision con MS per i CD protetti

Macrovision con MS per i CD protetti

La mamma dei più diffusi meccanismi anticopia sposerà le proprie tecnologie con quelle di Microsoft per offrire ai discografici nuovi brillanti lucchetti. Ecco perché dovrebbero piacere ai clienti
La mamma dei più diffusi meccanismi anticopia sposerà le proprie tecnologie con quelle di Microsoft per offrire ai discografici nuovi brillanti lucchetti. Ecco perché dovrebbero piacere ai clienti


Santa Clara (USA) – Macrovision si presenta all’industria discografica con una nuova “credenziale”, la tecnologia Windows Media Data Session Toolkit (WMDST), firmata dal più grande produttore di software al mondo: Microsoft. Insieme, le due aziende proporranno alle maggiori case di registrazione una soluzione anticopia che, a loro dire, offrirà maggiori garanzie per i detentori del copyright e minori limiti per i consumatori.

La tecnologia WMDST, introdotta nella recente piattaforma Windows Media 9, consente alle etichette discografiche di produrre CD audio “dual session”: questi contengono sia le tracce audio tradizionali, riproducibili su qualsiasi impianto stereo, sia file compressi in formato Windows Media Audio (WMA), riproducibili e archiviabili su PC e player portatili.

Per proteggere le tracce audio tradizionali registrate nella prima sessione del CD, e renderne più difficoltosa l’estrazione su hard disk, Macrovision adotterà la propria e collaudata tecnologia Cactus Data Shield (CDS) acquisita lo scorso anno insieme alla sua ideatrice, Midbar Tech. Per i file WMA, registrati nella seconda sessione, l’azienda utilizzerà invece la tecnologia di digital rights management (DRM) inclusa nel WMDST: attraverso di essa le case di produzione potranno decidere il livello di protezione da assegnare ai file digitali e permettere, ad esempio, che i brani di musica in formato WMA possano essere copiati su hard disk, su dispositivi portatili oppure masterizzati, stabilendo eventualmente il numero massimo delle copie effettuabili.

Macrovision ha spiegato che l’utente è in grado di accedere alla seconda sessione del disco solo nel caso in cui il meccanismo di protezione CDS riconosca il CD come originale.

“Questa è una bella vittoria sia per le etichette che per i consumatori”, ha proclamato William Krepick, presidente e CEO di Macrovision. “Macrovision si adopera per creare tecnologie per la protezione dei contenuti trasparenti che non inibiscano i legittimi “diritti digitali” dei consumatori. Le aziende stanno creando una soluzione che risolve molti dei problemi che oggi affliggono la protezione dei contenuti. Questa è una soluzione necessaria per la sopravvivenza dell’industria della musica”.

Come ben sanno i lettori che seguono il canale Pirateria e Copyright di Punto Informatico, sono molti i consumatori che hanno criticato le attuali tecnologie di protezione della musica, protezioni che, salvo rari casi, si traducono in grosse limitazioni all’uso di quanto acquistato: fra queste, quella di non poter riprodurre il CD appena acquistato su di un PC, di non poterne fare una copia di backup, di non poter trasferire i brani su di un lettore portatile o altro ancora. Per aggirare tutto ciò, molti sono ricorsi a crack o software in grado di copiare ugualmente molti dei CD protetti in circolazione, mentre altri, citando come causa anche il prezzo dei CD, hanno affermato di non voler più acquistare album originali. Macrovision e Microsoft riusciranno a fargli cambiare idea?

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Pubblicato il 29 apr 2003
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