Meta non eliminerà il programma di fact-checking in Europa e in altri paesi diversi dagli Stati Uniti. La decisione non è però definitiva perché l’efficacia delle Community Notes su Facebook, Instagram e Threads deve essere ancora testata. La Commissione europea ha intanto ricordato che l’azienda di Menlo Park deve rispettare il Digital Services Act.
Possibile scontro con l’Europa
Il programma di fact-checking è stato avviato nel 2016. Organizzazioni indipendenti esaminano i contenuti pubblicati dagli utenti e segnalano a Meta quelli ingannevoli o falsi. L’obiettivo è quindi ridurre la diffusione di fake news su determinati argomenti. In seguito al ritorno di Trump alla Casa Bianca, l’azienda californiana ha casualmente deciso di sostituire il fact-checking con le note della collettività, come su X.
Un dirigente di Meta ha dichiarato che, per ora, il programma rimane attivo in altri paesi. In Europa esistono leggi più severe, come il Digital Services Act, che impongono alle aziende di implementare misure per bloccare la disinformazione. La Commissione europea ha già avviato un’indagine nei confronti di Meta per il mancato rispetto degli obblighi relativi al contrasto alla disinformazione.
Zuckerberg ha recentemente dichiarato che le leggi europee sono molto simili alla censura (la Commissione ha respinto l’accusa). Il CEO ha chiesto aiuto a Trump per impedire all’Europa di infliggere sanzioni. Se il fact-checking verrà eliminato anche nel Vecchio Continente è quasi certo uno scontro tra Meta e Commissione con il possibile intervento del Presidente degli Stati Uniti.