Microsoft brevetta i saluti

Microsoft brevetta i saluti

Potrà rivendicare le royalty su un servizio di saluti automatici da sfruttare con applicazioni di messaggistica istantanea e VoIP
Potrà rivendicare le royalty su un servizio di saluti automatici da sfruttare con applicazioni di messaggistica istantanea e VoIP

Salutare la schiera di amici online è diventato una norma sociale. Una norma comunemente accettata dalla quale Microsoft intende trarre profitto, sviluppando un servizio di convenevoli automatizzati per i prodotti di messaggistica istantanea. Da brevettare.

Lo segnala The Register e lo testimonia una richiesta depositata lo scorso anno da BigM presso il Patent & Trademark Office statunitense.

Automatic goodbye messages , così, cinicamente, Microsoft descrive l’applicazione grazie alla quale congedarsi senza fatiche, una funzione che gli utenti di IRC sfruttano da anni al momento di abbandonare la chat. Il servizio di cui ora Microsoft detiene la paternità – si spiega con freddezza nel documento depositato presso l’ufficio brevetti – “quando un utente termina una conversazione con un interlocutore, invia automaticamente il saluto all’interlocutore stesso”. Una funzione particolarmente opportuna “quando è difficile chiudere una conversazione o se l’utente è di fretta” e si trova costretto a “chiudere la finestra senza concludere in maniera educata la conversazione con un messaggio di saluto”.

L’utente potrà vilmente congedarsi dal suo interlocutore con un messaggio tagliato su misura dell’amico, personalizzato in base all’orario, e addirittura in base della durata della conversazione. È così che l’applicazione bersaglierà l’intera lista di conoscenti online con messaggi sbrigativi come “scusami Anacleto, devo andare!”, con congedi affettati come “passa una giornata fantastica”, con saluti passepartout come “ciao, amico!”. Non è tutto: l’utente potrà ingannare gli interlocutori a proposito della sua educata presenza anche con un messaggio video o vocale, consegnato al momento del brusco abbandono della conversazione.

Microsoft, che recentemente si è espressa a favore della riforma del sistema dei brevetti, non è la sola a rivendicare la paternità di tecnologie e concetti di pubblico dominio, sfidando la prior art : IBM ha tentato di brevettare un “Sistema per gestire le prenotazioni per l’uso della toilette” e c’è chi per primo ha registrato al Patent Office l’uso improprio dell’altalena. C’è addirittura chi è riuscito ad aggiudicarsi la paternità della ruota, il “device circolare che facilita il trasporto”. Ma in quel caso lo ha fatto proprio per dimostrare l’assurdità dell’attuale sistema di brevettazione a stelle e strisce.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
9 nov 2007
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