Microsoft: la pubblicità ludica non tira

Microsoft: la pubblicità ludica non tira

Promesse non mantenute, e mancanza di chiarezza su dove andare in futuro. Se le cose non cambieranno in fretta, BigM pare pronta a chiudere i battenti e andare oltre
Promesse non mantenute, e mancanza di chiarezza su dove andare in futuro. Se le cose non cambieranno in fretta, BigM pare pronta a chiudere i battenti e andare oltre

L’ in-game advertising avrebbe dovuto rappresentare una nuova frontiera dorata per i pubblicitari e i piazzisti dei bannerini , da sempre alla ricerca di nuovi spazi da colonizzare con birre, motori, abiti e marchi. E invece, almeno per quanto riguarda Microsoft, l’advertising veicolato attraverso i mondi virtuali sulle maggiori piattaforme videoludiche tornerà a essere un business di importanza secondaria .

Con l’ acquisizione salata di Massive nel 2006, a Redmond erano pronti a competere anche in questo campo specifico con chiunque fosse presente sul mercato: Google in primis. Ma a quanto pare l’integrazione del peculiare business di Massive all’interno della struttura aziendale di Xbox Live non è mai avvenuta come avrebbe dovuto.

Voci non confermate descrivono una vera e propria situazione di scontro all’interno dei vertici di Redmond , con la divisione business convinta della validità dell’idea – l’advertising è dappertutto, e in certi generi videoludici dà un tocco di “realismo” in più all’esperienza – e i responsabili di Xbox contrari alla fusione di piattaforma da gioco e advertising in un blocco solo.

A parte le divisioni interne, la difficoltà con cui Microsoft ha provato a “piazzare” il suo in-game advertising in questi anni sembra oggi cozzare con una realtà molto diversa da quella sperata dai protagonisti.

Attualmente i banner virtuali nei mondi tridimensionali sono tutto fuorché una solida realtà economica , mentre le aziende che ancora credono in questo settore (come Electronic Arts) hanno deciso di servirsi di reti di distribuzione controllate in maniera diretta . Per quanto ridotti possano essere i guadagni, in questo modo la torta finisce tutta in un piatto solo e non va divisa con gli intermediari.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
11 ott 2010
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