Microsoft: pronti a competere con Google

Microsoft: pronti a competere con Google

Servizi Web, advertising, software per la telefonia mobile: BigM impegna Google su tutti i fronti, anche ora che Bill Gates inizia a cedere il timone della società
Servizi Web, advertising, software per la telefonia mobile: BigM impegna Google su tutti i fronti, anche ora che Bill Gates inizia a cedere il timone della società

Già nei mesi scorsi il responsabile della progettazione software Microsoft, Ray Ozzie, aveva inquadrato Google come uno stimolo per lanciare l’azienda di Redmond su fronti ancora poco esplorati. Le strategie e le parole di Microsoft, schermaglie legali a parte, sembrano dimostrare l’intenzione di competere con Google ad armi pari e senza timori, anche ora che Gates si appresta ad allontanarsi dall’azienda, per consegnarla al triumvirato Ballmer-Ozzie-Mundie.

Una delle direttrici in cui Microsoft si muove con determinazione è l’ampliamento del suo core business . Senza rinunciare all’ obiettivo del miliardo di Windows installati e al rilascio di Windows 7 entro i prossimi tre anni , in casa Microsoft si inizia ad ammettere qualche variazione sul tema. Nel corso del Financial Analyst Meeting è stato lo stesso Gates a prospettare una diversificazione della strategia aziendale proponendo un approccio combinatorio tra il profittevole modello di business Microsoft, e il software as a service delle applicazioni Google, in vista di una reale convergenza centrata sull’utente. Il Web sarà la piattaforma, secondo la formula coniata da Tim ÒReilly, per offrire servizi Web complementari con il tradizionale “software in scatola” offerto da Microsoft. Software che, a parere di WebProNews manterrà il dominio incontrastato sul mercato, pur restando tutt’altro che gratuito per l’utente, contrariamente a quanto avviene per le innumerevoli Google App. Non mancano però in Microsoft i tentativi di ricalcare la strategia di BigG: ZDNet ha raccolto indiscrezioni riguardo alla prossima release di Microsoft Works, che si prevede gratuita e foraggiata dalla pubblicità.

Allo stesso modo, Microsoft inizia a proporsi come inseguitore di Google nell’ambito pubblicitario . Mentre BigG si affanna nel tentativo di riemergere dall’ affaire antitrust innescato dall’acquisizione di DoubleClick, a detta di Google stessa, entusiasta della crescita della competitività, Microsoft si è adoperata per racimolare accordi e assorbire compagnie. Prima mossa, l’acquisizione di aQuantive . Seguono, nell’ordine, l’ accordo che ha assicurato alla piattaforma pubblicitaria in-game Massive Network la gestione del product placement per cinque titoli Electronic Arts; l’ accordo per veicolare la pubblicità su Digg e l’ acquisizione di AdECN, azienda che opera come raccordo tra editori e inserzionisti nell’ambito del display advertising. Una strategia che, gestita e supportata dal neocostituito gruppo di lavoro Internet Services Research Center ( ISRC ), potrebbe far decollare la piattaforma adCenter , guidando Microsoft a diventare la “potenza dell’advertising” in cui crede Ballmer.

È il New York Times , in una lunga intervista a Bill Gates, a configurare un altro fronte sul quale Microsoft e Google potrebbero trovarsi a competere: il mercato degli smartphone , nel quale BigG sembra essersi mossa sul fronte software , nonostante il proliferare di rumors che sembravano anticipare l’avvento di un vero e proprio dispositivo GPhone . Anche in questo caso Microsoft ostenta sicurezza: Gates prevede che Google non abbia possibilità di insidiare il solido 10% di mercato detenuto da Microsoft con Windows Mobile e sembra ritenere ingenui coloro che si aspettano un futuro della telefonia gratuito e targato Google, che Gates definisce come un’azienda che “ha sviluppato una trentina di prodotti, di cui uno solo profittevole”.

È in questo contesto stimolante che il chairman di Microsoft si prepara ad abbandonare progressivamente gli incarichi per votarsi alla beneficenza. Uno scenario di transizione che Craig Mundie e Ray Ozzie, di comune accordo con Gates, ritengono rappresentare la congiuntura giusta perché il cofondatore del colosso di Redmond ceda loro il passo. Ma è lo stesso New York Times a raccogliere le dichiarazioni di Gates, che, forse incapace di rinunciare a giocare un ruolo di peso in questo panorama pregno di sfide, “programma di rimanere profondamente coinvolto in alcune aree dell’azienda”.

Gaia Bottà

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Pubblicato il
1 ago 2007
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