Con il mondo intero a fare i conti con una crisi energetica che rischia di deflagrare se dovesse aumentare la temperatura delle frizioni geopolitiche, anche l’Europa si trova a confrontarsi con la possibilità di porre una qualche limitazione al mondo del mining. Ad inaugurare le danze è Erik Thedéen, vice presidente dell’European Securities and Markets Authority (ESMA), secondo la quale il problema del mining è ormai impossibile da ignorare.
Mining, meglio il Proof of Stake (PoS)
Non si tratta in realtà di una proposta oppositiva per principio e, proprio per questo motivo, sembra avere basi solide sulle quali costruire una proposta normativa. Da Thedéen, infatti, giunge una disamina che entra nel merito della questione mettendo al primo posto esclusivamente il tema energetico: nessun giudizio aprioristico su criptovalute o mercati correlati, ma soltanto la volontà di evitare che questo tipo di attività possano pregiudicare i fragili equilibri energetici navigando peraltro in direzione contraria rispetto agli obiettivi di taglio delle emissioni.
La proposta è quella di portare il mining verso soluzioni più efficienti, imponendo una presa di coscienza circa le responsabilità che il settore deve accollarsi. Per questo motivo l’idea è anzitutto quella di imporre al mining l’utilizzo di algoritmi di tipo “Proof of Stake” in sostituzione dei tradizionali “Proof of Work“: senza scendere nei dettagli tecnici, afferenti al sistema stesso di funzionamento del consenso distribuito nel mondo delle criptovalute, le differenze sono varie, ma fondamentale è soprattutto la difformità nei consumi. Adottare metodologie energivore significa pesare sul bilancio energetico dei Paesi europei; adottare metodologie di minor impatto computazionale significa migliorare complessivamente il sistema e renderlo compatibile con le politiche energetiche ed ecologiche adottate dall’UE.
Imporre una scelta al mondo del mining (mettendo in fuori gioco la logica PoW) significa in qualche modo deviarne l’evoluzione forzando una via di minor impatto ambientale: un’opzione virtuosa, che dovrà però incontrare i favori di una community che, in assenza di soluzioni di miglior sostenibilità, potrebbe trovare resistenze sempre più gravose in tutto il mondo.