Dopo GPU e CPU potrebbe toccare ai LLM (Large Language Model) sviluppati da OpenAI, Microsoft, Google, Meta, Anthropic e altre aziende statunitensi. Secondo le fonti di Reuters, il Dipartimento del Commercio avrebbe pianificato l’introduzione di restrizioni all’esportazione dei modelli di intelligenza artificiale proprietari (closed source) verso la Cina. Il blocco verrebbe stabilito in base alla potenza di calcolo.
Minaccia per la sicurezza nazionale
La “paura” del governo è che la Cina possa sviluppare tecnologie avanzate di intelligenza artificiale, sfruttando hardware e software forniti da aziende statunitense. Dopo aver limitato l’esportazione delle GPU di NVIDIA e recentemente dei processori Intel, l’amministrazione Biden potrebbe estendere le restrizioni ai modelli di IA generativa, sempre per proteggere la sicurezza nazionale.
Attualmente non esiste nessun divieto di vendere GPT-4 (OpenAI), Gemini (Google) o Claude 3 (Anthropic) alla Cina o altri paesi considerati ostili. Come ha evidenziato da Microsoft a metà febbraio, i modelli IA sono già ampiamente utilizzati da cybercriminali cinesi, russi, iraniani e nordcoreani per vari tipi di attacchi informatici. Secondo il governo statunitense possono essere sfruttati anche per velocizzare lo sviluppo di armi biologiche.
Il Dipartimento dl Commercio avrebbe avviato la scrittura delle nuove regole, considerando la potenza di calcolo necessaria per l’addestramento dei modelli, come per le GPU. Se supera un determinata soglia, lo sviluppatore deve chiedere una speciale licenza (che verrà quasi certamente negata).
Un’eventuale restrizione avrebbe però un effetto a breve termine. La Cina può sviluppare autonomamente i modelli IA e quindi recuperare il terreno rispetto agli Stati Uniti. Inoltre esistono diversi modelli open source piuttosto avanzati, come Llama 3 di Meta, che possono essere utilizzati da tutti.