Londra – L’australiano Rupert Murdoch, fondatore del gigantesco gruppo editoriale News Corp. , è sempre più convinto che Internet abbia dato il via ad una moderna rivoluzione mediatica : “L’avvento della Rete ha cambiato totalmente il mondo dei mass media ed il futuro per i mezzi di comunicazione tradizionali si fa sempre più difficile”.
La carta stampata è destinata a perdere posizioni, lasciando sempre più spazio a portali, siti e blog. “Stampa ed Internet continueranno a vivere fianco a fianco ancora per molti anni”, continua Murdoch, “ma ormai tutto quanto dipende dalla pubblicità ed i quotidiani di carta costano solo di più”: specie se raffrontati a quanto pubblicato gratuitamente dalle loro controparti digitali, conclude il tycoon .
Ipse dixit : le dure critiche rivolte al sistema mediale contemporaneo non provengono da qualche blogger visionario, tanto meno da un guru tecnologico – Rupert Murdoch è semplicemente il pesce più grosso della complessa scena dell’informazione internazionale. Tuttavia i tempi di estinzione della carta stampata, stando alle esternazioni del padrone di Sky , non sono troppo brevi e “resterà sempre spazio per il buon giornalismo d’inchiesta” anche nel futuro post-cartaceo.
Inizialmente scettico riguardo alle potenzialità di Internet, Murdoch ha recentemente investito milioni di dollari per l’acquisto di servizi telematici del calibro di Myspace e GameSpy , capaci di portare la presenza online di News Corp al “terzo posto nello scenario degli Stati Uniti”, come dichiara soddisfatto lui stesso.
Nel frattempo l’amministratore delegato del gruppo RCS , Vittorio Colao, in alcune dichiarazioni è sembrato replicare alla visione di Murdoch: l’informazione online, specie quella dal basso che coinvolge gli stessi utenti, non ucciderà i giornali tradizionali molto presto. Secondo Colao, “agli editori classici servirà un misto di grande intelligenza editoriale e grande intelligenza giornalistica” per andare incontro alla convergenza digitale ed al cosiddetto fenomeno del diluvio mediatico , utilizzando “piattaforme digitali sempre più potenti”.
Insomma, il messaggio è chiaro: tutti su Internet. E se scoppiasse di nuovo la bolla? L’esplosione della connettività a banda larga, fenomeno di importanza cruciale nell’ultimo biennio, sembra aver fatto dimenticare a molti imprenditori quanto rischioso e quanto delicato sia giocare con bit e byte. Specialmente se si tratta di amalgamare informazione, contenuti gratuiti e molta, molta pubblicità.
Tommaso Lombardi